680 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
682 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
684 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
686 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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716 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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Congregatio de Causis Sanctorum 731
732 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 733
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 739
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carità - che sono necessarie - ma anche nel costante lavoro di promozione
a livello sociale, occupazionale ed educativo. Possiamo correre il rischio di
ridurre il nostro impegno con i bisognosi alla sola dimensione assistenziale,
dimenticando la necessità di ognuno di crescere come persona - il diritto
che ha di crescere come persona - e di poter esprimere con dignità la
propria personalità, creatività e cultura. La solidarietà con i poveri è al
centro del Vangelo; va considerata come un elemento essenziale della vita
cristiana; mediante la predicazione e la catechesi, fondate sul ricco patri-
monio della dottrina sociale della Chiesa, essa deve permeare i cuori e le
menti dei fedeli e riflettersi in ogni aspetto della vita ecclesiale. L'ideale
apostolico di una Chiesa dei poveri e per i poveri, una Chiesa povera per i
poveri, ha trovato espressione eloquente nelle prime comunità cristiane della
vostra nazione. Auspico che questo ideale continui a modellare il cammino
della Chiesa in Corea nel suo pellegrinaggio verso il futuro. Sono convinto
che se il volto della Chiesa è in primo luogo il volto dell'amore, sempre
più giovani saranno attratti verso il cuore di Gesù sempre infiammato di
amore divino nella comunione del suo mistico Corpo.
Ho detto che i poveri sono al centro del Vangelo; sono anche all'inizio
e alla fine. Gesù, nella sinagoga di Nazareth, parla chiaro, all'inizio della
sua vita apostolica. E quando parla dell'ultimo giorno e ci fa conoscere quel
« protocollo » sul quale tutti noi saremo giudicati - Matteo 25 -, anche lì
ci sono i poveri. C'è un pericolo, c'è una tentazione che viene nei momenti
di prosperità: è il pericolo che la comunità cristiana si « socializzi », cioè
che perda quella dimensione mistica, che perda la capacità di celebrare
il Mistero e si trasformi in una organizzazione spirituale, cristiana, con
valori cristiani, ma senza lievito profetico. Lì si è persa la funzione che
hanno i poveri nella Chiesa. Questa è una tentazione della quale le Chie-
se particolari, le comunità cristiane hanno sofferto tanto, nella storia. E
questo fino al punto di trasformarsi in una comunità di classe media, nel-
la quale i poveri arrivano a provare anche vergogna: hanno vergogna di
entrare. É la tentazione del benessere spirituale, del benessere pastorale.
Non è una Chiesa povera per i poveri, ma una Chiesa ricca per i ricchi, o
una Chiesa di classe media per i benestanti. E questo non è cosa nuova:
questo cominciò all'inizio. Paolo deve rimproverare i Corinzi, nella Prima
Lettera, capitolo XI, versetto 17; e l'apostolo Giacomo più forte ancora, e