Appendix L 7 3

fece sapere a Monsignor Vescovo di Digione essere volontà del S. Padre che si astenesse dalle sacre ordinazioni fino a nuovo ordine. Fu questa una semplice misura prudenziale, richiesta dalle circostanze, che non importava alcuna pena; e lo stesso Monsignor Le Nordez con lettera diretta allo scri- vente Cardinale ebbe a riconoscerla giusta ed opportuna.

Frattanto le imputazioni che si facevano a Monsignor Vescovo di Digione, venivano aggravandosi così da rendere necessarie alcune spiegazioni. Quindi la Santa Sede lo invitò a recarsi in Roma; e siccome egli, non ostante la sua pro- messa di trovarvisi presente nella seconda metà di Giugno p. p., dilazionava di obbedire, gli fu ripetuto con lettera del 9 Lu- glio u. s. l'ordine di venire, aggiungendovi la sanzione ca- nonica richiesta dalla gravità dell'obbligo di obbedire, san- zione del resto che doveva aver luogo soltanto in caso di contumacia e doveva cessare coli'atto stesso dell'obbedienza. Non si trattava adunque di deposizione, nel qual caso la Santa Sede ne avrebbe informato il Governo, nè di altre di- sposizioni penali, ma di una semplice chiamata in Roma per dare spiegazioni sulle accuse che si formulavano contro di lui. Venuto in Roma, gli sarebbero state comunicate le im- putazioni che -lo riguardano con pienissima facoltà di esami- narle e difendersi; e se fosse riuscito a ribatterle, il S. Padre sarebbe stato felicissimo di proclamare la insussistenza delle accuse.

Il Governo francese ritiene come nulla e non avvenuta la lettera di Monsignor Lorenzelli dell' 11 Marzo, e domanda il ritiro di quella della S. Sede del 9 Luglio a Monsig. Ve- scovo di Digione, giudicandole ambedue contrarie al Concor- dato; ma è facile dimostrare l'inesattezza di questo suo giu- dizio. Infatti in primo luogo il Concordato è ben distinto dai posteriori Articoli organici che sono un atto unilaterale del Governo francese, contro i quali la Santa Sede non ha mai cessato di protestare ; e in nessuno dei 17 articoli del Con-