Appendix I. 75

stata alcuna violazione del Concordato e che, inspirandosi a sentimenti di equanimità, non vorrà insistere sul ritiro della lettera della quale è questione, risparmiando così al proprio paese profonde agitazioni religiose. Questo ritiro infatti equi- varrebbe alla completa abdicazione dell'autorità pontificia sul- r episcopato ; abdicazione che non è nelle facoltà del S. Pa- dre e non può essere nelle intenzioni del Governo della Re- pubblica. Soltanto per dare novella prova delle sue conci- lianti disposizioni e dimostrare che in tutti questi penósi in- cidenti egli si è inspirato sempre ed unicamente al senti- mento del proprio dovere, il Santo Padre non sarebbe alieno dal prorogare di un mese il termine assegnato a Monsignor Vescovo di Digione, purché questi in tal frattempo si rechi in Roma per giustificarsi; ed ove rifiutasse di recarvisi o non riuscisse a giustificarsi, il Governo si mostri disposto ad in- tendersela con la Santa Sede per provvedere all' amministra- zione della diocesi. Da quest'atto di deferenza si può age- volmente argomentare quanto interesse la Santa Sede annetta al mantenimento delle buone relazioni col Governo della Re- pubblica, fondate sull'esatta osservanza delle disposizioni con- cordatarie. Il S. Padre per l'effetto tutto particolare che sul - r esempio del suo illustre Predecessore nutre per la nobile nazione francese, vedrebbe col più gran dolore che il Governo della Repubblica, solo per impedire la giustificazione di un Vescovo presso l'autorità competente, si lasciasse andare a misure di ostilità non giustificata, delle quali però la S. Sede non potrebbe portare alcuna responsabilità nè innanzi a Dio, nè innanzi agli uomini.

Il sottoscritto Cardinale Segretario di Stato nel pregare il Signor Incaricato d'Affari di Francia di portare quanto precede a conoscenza del suo Governo, coglie l'opportunità di confermargli i sensi della sua più distinta stima.

Roma, 26 Luglio 1904. R. Card. MERRY DEL VAL.