Litterae Apostolicae 105

E diciamo bandire, poiché il temperamento preso di apprestare l'istruzione religiosa solamente a quei fanciulli, pei quali i genitori ne faranno espressa domanda, è del tutto illusorio. Non si riesce infatti a capire come gli autori della malaugurata disposizione non non si siano avveduti della sinistra impressione, che deve fare sul- l'animo del fanciullo il vedere posto l'insegnamento religioso in con- dizioni così diverse dagli altri. Il fanciullo che per essere stimolato ad uno studio diligente ha bisogno di conoscere l'importanza e la necessità di ciò che gli viene insegnato, quale impegno potrà avere per un insegnamento, verso del quale l'autorità scolastica si mostra o fredda od ostile, tollerandolo a malincuore? E poi, se vi fossero (come non è difficile a trovarne) genitori che o per malvagità di animo, o molto più per ignoranza e negligenza, non pensassero a chiedere per i loro figli il benefizio dell'istruzione religiosa, reste- rebbe una gran parte di gioventù priva dei più salutari documenti, con estremo danno non pure di quelle anime innocenti, ma della stessa civil società. E stando le cose in tali estremi, non sarebbe un dovere di chi presiede alla scuola rimediare all'altrui malizia o tra- scuranza? Sperando vantaggi senza dubbio men rilevanti, si pensò testé di rendere obbligatoria per legge l'istruzione elementare, co- stringendo anche con multe i genitori ad inviare i loro figli alla scuola: ed ora come si potrebbe aver cuore di sottrarre ai giovani

affert. Tandem intelligerent catholicam moralem, quae punitionis timore, nec non certa spe electissimi praemii fulcitur, haud sortem sequi civilis ethicae; quam religiosae sufficere cuperent, neque unquam iniquum sequutus fuisse consilium, quo generatio praesens maximis expers fit utilitatibus, cum catholicus Catechismus e scholis eiectus fuit.

Èt iure verbo eiicere usi sumus: quoniam prorsus ludificans fiat ratio inita religiosam exhibendi instructionem tantum pueris illis, quorum parentes id expresse petierint. Neque enim captu facile est, quomodo impii consilii auctores, haud pensitaverint quo malo afficeretur sensu puer, qui ratione ab aliis prorsus diversa religio- sam instructionem agere prospiceret.

Puer, cui omnino innotescere debent tum necessitas, tum utilitas studii alicuius, ut opportune ad illud excitetur, quonam pacto se habebit erga institutionem, pro qua auctoritas ipsa aut gelide aut hostiliter sese exhibet, quamque aegre patitur? Quod si aut animi improbitate, aut ignorantia, aut socordia adacti adfuerint parentes (quod difficile haud est) qui pro filiis religiosae non expoposcerint instructionis beneficium, saluberrimis documentis magna iuvenum pars careret, maximo cum discrimine nedum animarum innocen-