Litterae Apostolicae 109

scuole pei propri figli l'istruzione religiosa. Gioveranno altresì i Catechismi agli adulti da stabilirsi nei luoghi, che si crederanno più acconci, affine di mantener sempre vivi negli animi i salutari ammae- stramenti, che appresero sin da fanciulli. Non lasci giammai di rin- focolar la pietà e di avvivare sempre meglio l'impegno dei Sacerdoti e dei Laici ponendo loro sott'occhio l'importanza dell'opera, i meriti che si acquisteranno presso Iddio, presso Noi, e presso l'intiera società, e che i più operosi Ci studieremo di tenere nella dovuta considerazione.

Non ci sfugge da ultimo che a riuscire meglio nel nostro inten- dimento occorre anche il sussidio dei mezzi materiali, i quali non rispondono in proporzione dei bisogni. Ma se Noi costretti a vivere dell'obolo dei fedeli, posti essi stessi in grandi angustie per i tempi che corrono torbidi e luttuosi, non potremo largheggiare quanto vor- rebbe il Nostro cuore, non lasceremo però di fare tutto quel più che Ci sarà consentito, per istornare il danno che dalla negletta educazione religiosa viene prima al fanciullo e poi alla stessa civile società.

Del resto a tutti i bisogni e sollecitudini Nostre è necessario mandare avanti l'invocazione del divino aiuto, senza del quale è vana ogni speranza di riuscimento felice. Ci rivolgiamo pertanto a Lei, signor Cardinale, raccomandandole caldamente che esorti il popolo romano ed innalzare a Dio Signor Nostro fervide preghiere, che in questa santa Città mantenga intera la luce della fede cattolica, che

ut prae oculis habeant operis magnitudinem, merita, quae erga Deum, et Nos, totamque Societatem sibi comparare possint; notumque eis- dem sit Nos singulari existimatione prosequuturos laboriosiores.

Postremo haud Nos praeterit subsidiis materialibus, quae neces- sitatibus imparia sunt, opus esse, ut rectius impleri valeat incoe- ptum. Quod si Nos, dum ex obulo vivimus fidelium, qui etiam rerum penuria divexantur hisce luctuosis temporibus, quantum cor nostrum dictitet elargiri nequibimus; quidquid vero peragere nobis licebit, haud probe omittemus ad mala, quae, religiosa posthabita institutione, puerum societatemque manent, praecavenda.

Caeterum consiliis curisque nostris divini auxilii invocatio prae- mitti debet: quo deficiente, frustranea optati finis omnis fit spes. Quamobrem te, Eme Domine, alloquimur, exorantes ut populum romanum excites ad férvidas Deo preces fundendas, hunc in finem ut nempe integram catholicae fidei lucem Ille servare dignetur; quam obnubilare aut prorsus extinguere praesumunt haereticales septae, quae nunc in honore sunt, omnesque impietates insimul cospirantes ad hanc firmissimam evertendam petr api, cui, veluti scriptum legi- tur, portae inferi non praevalebunt. Romanorum pietas erga Imma-