EX SEGRETARIA STATUS 251

pubblicata il 29 agosto p. p. nel Periodico settimanale « II Co- mune» che si stampa in codesta città; nè poteva essere altri- menti, perchè tutto lo scritto da capo a fondo non può non qua- lificarsi che per sommamente irriverente e ribelle ad ogni au- torità; e l'impressione dolorosa provata dal Santo Padre in que- sta circostanza è accresciuta dal fatto che più volte il suddetto periodico ha esternato i medesimi sentimenti.

blica, dato lo stato delle coscienze contemporanee. Ê indiscutibile inoltre la

constatazione che i vescovi, i quali dovrebbero dirigere il nostro movimento,

sono le persone meno adatte a questa direzione. Non intendo giudicare impertinen-

temente lo zelo e l'attività pastorale ed ecclesiastica de' vescovi : ma certo le cure

del loro ministero non permettono ad essi, con l'alacrità richiesta dal rapidissimo

e multiforme movimento scientifico dell'età nostra, occuparsi d'un partito, a diri-

gere il quale è necessaria una larga cultura di scienze 'economiche e politiche.

Senza dire che i vescovi, per essere i padri e i pastori di tutto il popolo cristiano,

non possono mettersi a capo d'un partito, che, se vuole essere praticamente effi-

cace nel campo sociale, ha bisogno d'assumere veste politica, cioè operare una se-

lezione tra uomini e uomini magari aventi la slessa fede religiosa.

Militarizzati entro quest'Opera potremo non perdere la nostra fisionomia e non

confonderla con quella degli altri, come tu speri ? Potremo non immolare nulla delle

tendenze e dei propositi che abbiamo il diritto di avere, nulla della nostra esperienza

viva, nulla dei nostri desideri di iniziativa e di lotta, come si augurava Murri nel-

l'ultimo numero della Cultura sociale f Non a te, amico mio, che hai speso fruttuo-

samente tante energie per la nostra idea, e conosci l'ambiente in cui siamo costretti

a vivere, darò io una risposta. Per trovare un assetto di cose che ci permetta di

conservare la nostra libertà, dobbiamo, caro Bertini, andar molto più indietro delle

Istruzioni e arrivare fino al concordato del 5 ottobre 1901, caduto.... come cadono

tra noi le cose buone. Oggi nello statu quo, nulla ci è concesso, tranne qualche

buona speranza futura, gettata là per ammansare i più ardenti, e premurosamente

smentita da' fatti.

Come parlare di libertà d'iniziativa, quando le promesse fatte per piegarci ad

accettare le istruzioni, sono andate in fumo? Come parlare di libertà d'idee, quando

non si è ancora spenta l'eco del can-can sollevatosi contro il nostro Murri per le

sue giuste critiche al prof. Toniolo? Come parlare di libertà d'iniziative, quando il

buon Semeria richiamato, sia pure da un potere estraneo all'Opera, a precipizio

dalla Russia, dovrà provare fra breve che maggiore tolleranza si trova sotto lo

knut dello czar, che nel nostro campo? Parliamo pure di libertà di discussione in

seno all'Opera quando già si dice che il congresso di Bologna dal quale speriamo

tanto verrà rimandato... alle calende greche, in vista delle idee che noi vorremo

portarvi, e delle discussioni che vorremo promuovere ! E se la presidenza dell'Opera

non sentisse il dovere di smentire queste voci, non dovremmo fare altro che prov-

vedere da noi ai casi nostri.

Intanto aspettiamo pure...; ma non ti sembra, amico mio, che la vita sia

troppo breve per ricominciarla ogni settimana? Credimi tuo

A. Lazzarini.