278 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

sero sui medesimi pot ranno dagli Ordinari , par iment i per un quin-

quennio, essere ridotte alla tassa sinodale sopra indicata, in modo

però che la somma da erogarsi per la celebrazione di dette messe non

superi i l quant i ta t ivo della somma che si erogava pel passato quando

l 'elemosina era minore ;

5) la riduzione, di cui agli art . 3 e 4, potrà cominciare dall 'inizio di

quest 'anno, se gli oneri non fossero ancora soddisfatti , o dalla metà

del corrente anno, o dal principio del 1920 se gli oneri fossero stati in

par te od in tu t to soddisfatti ;

6) qualora per questo aumento di elemosina, le intenzioni di

messe, in qualche diocesi, venissero a far difetto, gli Ordinari pot ranno

rivolgersi dire t tamente a Sua Santità, che provvederà del suo meglio;

7) siccome vi sono in più diocesi benefici con rendite esuberant i

alle strette necessità del beneficiato e della Chiesa, gli Ordinari, se cre-

dono espediente e possibile imporre su tali benefici, quando vacheranno,

u n a qualche pensione, per costituire un fondo od un 'opera in p r o ' d e l

clero diocesano, r icorrano con fiducia alla Dataria Apostolica, se si

t ra t t i di collazione pontifìcia, alla S. C. del Concilio, se si t rat t i di

collazione vescovile, essendo il Santo Padre, in vista delle s t raordina-

rie circostanze del momento , ben disposto a favorire equamente tali

is tanze. /

Cosa san ta e salutare è procurare al clero il bisognevole per la sua

onesta sostentazione, essendo questa un 'opera non solo di cristiana

carità, ma anche di religione.

Presso il popolo ebreo, come ognuno sa, provvide diret tamente il

Signore con la sua legge che i Leviti avessero di che onestamente

vivere del loro ministero e non dovessero applicarsi ad altro, ma fos-

sero del tut to dedicati al suo servizio. Non diversa è e deve èssere la

condizione del sacerdozio cristiano, come chiaro si rileva dal Vangelo

e dalle lettere degli Apostoli. L' indigenza impedisce al sacerdote di

lavorare nei campo che Dio gli ha assegnato, e l 'obbliga a cercare

altrove i mezzi del vivere con dispendio del sacro suo officio; senza

dire che lo stato di penosa sofferenza del clero aliena le vocazioni

o le soffoca nascenti . E senza vocazioni e senza sacerdoti non vi è

culto, non vi sono sacramenti pel popolo eristiano e la religione più

e più languisce.

Il concorrere per tanto a sollevare il clero dalle strettezze in cui

versa, è opera di religione accetta a Dio e meritoria. Non manchino

gli Ordinari di farlo considerare a tut t i gli uomini di buona volontà,

sacerdoti e secolari, affinchè, o in vita o occasione mortis, fra le opere