Litterae Apostolicae 279

Non vogliamo qui fermarci a riflettere, che la violazione delle ragioni più sacrosante della Sede Apostolica e del Romano Pontefice è fatale anche al benessere e alla tranquillità dei popoli, nei quali, al vedere i più antichi e i più sacri diritti impunemente violati nella stessa persona del Vicario di Cristo, resta profondamente scossa l'idea del dovere e della giustizia, vien meno il rispetto alle leggi, e si giunge a rovesciare le stesse basi della civile convivenza. Nep- pure intendiamo intrattenerla a considerare, che i Cattolici dei diversi Stati non potranno mai essere tranquilli, finché il loro Pontefice sommo, il Maestro della loro fede, il Moderatore delle loro coscienze, non sia circondato di libertà vera e di reale indipendenza. Non pos- siamo però dispensarci dall'osservare, che mentre il Nostro spirituale potere, per la sua divina origine e sovrumana destinazione, e per esercitare la sua benefica influenza a favore dell'umano consorzio, è necessario che goda di pienissima libertà, per le presenti condizioni invece resta così impedito, che Ci diviene difficilissimo il governo della Chiesa universale.

La cosa è notoria e confermata da fatti quotidiani. Le solenni doglianze, mosse dal Nostro Antecessore Pio IX di f. m. nella memo- randa Allocuzione concistoriale del 12 marzo 1877, possono ad eguale ragione ripetersi anche da Noi, colla giunta non lieve, per i nuovi ostacoli frapposti all'esercizio del Nostro supremo potere. Per fermo

eosdem excutitur, legum reverentia imminuitur, eoque pervenitur ut ipsae civilis societatis bases subvertuntur. Nolumus pariter Te longius detinere ut animo reputes statuum diversorum Catholicos tranquillitate frui non posse, donec Summus illorum Pontifex, fidei eorumdem Magister, coscientiarumque ipsorum Moderator vera abso- lutaque gaudeat libertate. Animadversionem praeterire tamen nequi- mus, quod dum spiritualis iurisdictio Nostra, ob eius divinam ori- ginem, finemque supernaturalem, et ut applicare possit actionem suam beneficam humanae societatis favore, plenissimam possidere debeat libertatem ; ex adverso tamen, praesentibus rerum adiunctis, sic impeditur ut Ecclesiae universalis regimen perdifficile Nobis fiat.

Res notoria, f actis confirmatur quotidianis. Solemnes quos tulit Antecessor Noster f. r. questus, in memorabili Allocutione consisto- riali diei 12 martii 1877, aequo iure per Nos repeti queunt, adie- ctis aliis haud levibus, ob nova supremae Nostrae potestatis exer- citio obstacula interposita. Et re quidem vera, nedum queri Nobis oportet, veluti Noster illustris antecessor, Religiosorum abolitionem, quae validum subtrahit Pontifici auxilium pro SS. Congregationibus, quibus negotia Ecclesiae maxima expenduntur ; nedum dolendum quod divino cultui subtrahantur Ministri, lege quoad militum dele-