280 Litterae Apostolicae

non solo dobbiamo lamentare, come l'illustre Nostro Antecessore, la soppressione dei Religiosi, che tolse al Pontefice un valido aiuto nelle Congregazioni ove si trattano i più rilevanti affari della Chiesa; non pure dobbiamo dolerci che si tolgano al culto divino i ministri con la legge sopra il reclutamento militare, la quale tutti indistinta- mente costringe al servizio delle armi ; che vengano sottratte a Noi ed al Clero le istituzioni di carità e di beneficenza erette in Roma o dai Romani Pontefici, o dalle Cattoliche nazioni, che le posero sotto la vigilanza della Chiesa; non pure, con immensa amarezza del nostro cuore di padre e di pastore, siamo costretti a vedere sotto i nostri' occhi i progressi dell'eresia in questa stessa città di Roma, centro della Cattolica religione, ove impunemente tempii e scuole etero- dosse s'innalzano in gran numero, ed a scorgere il pervertimento che ne consegue- specialmente di tanta parte di gioventù alla quale viene propinata un'istruzione scredente; ma, come se tutto ciò fosse poco, si tenta di rendere vani gli atti stessi della nostra spirituale giurisdizione.

Le è ben noto, signor Cardinale, come dopo l'occupazione di Roma affine di tranquillizzare in parte le coscienze dei Cattolici altamente preoccupati della sorte del loro Capo, con pubbliche e solenni dichiarazioni si protestò di voler lasciare in piena libertà del Pontefice la nomina dei Vescovi alle diverse sedi d'Italia. Ma

ctum, quae omnes indiscriminatim cogit ad arma; quod Nobis et Clero eripiantur charitatis et beneficientiae instituta, Romae erecta sive a Romanis Pontificibus, sive a Catholicis nationibusr quae sub Ecclesiae vigilantia posuerunt illa ; nedum gravissimo cordis Nostri Patris et Pastoris moerore, conspicere obstringimur sub oculis Nostris haeresiae progressus hac in ipsa urbe Romae, Catholicae Religionis centro, ubi impune templa scholaeque eterodoxae innu- merae eriguntur, perversionemque intueri debemus, quae ex his prosequitur, praesertim in magna iuvenum parte, quibus instructio fide vacua exhibetur; verumtamen, quasi omnia haec satis non essent, conamina fiunt ut vana spiritualis Nostrae iurisdictionis acta reddantnr.

Probe calles, Eme Domine, quomodo, Roma capta, publicis solemnibusque declarationibus proiestatum fuerit, Episcoporum ele- ctionem, pro diversis Italiae Sedibus, in absoluta Pontificis liber- tate esse relinquendam, ut conscientiis Catholicorum agitatis, quoad eorum Capitis conditionem, tranquillitas redderetur. Deinde vero sub specie, quod acta canonicae Episcoporum institutionis, haud placito regio submissa fuerint, nedum novis investitis reditus mensarum denegati fuere, causam sic dando Apostolicae Sedi gravium expen-