dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
per percorrerlo fruttuosamente.
«Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti ». Con
queste parole inizia la Prima Lettura, tratta dal libro del profeta Gioele
(2, 12). Le sofferenze, le calamità che affliggevano in quel periodo la terra
di Giuda spingono l'autore sacro ad incoraggiare il popolo eletto alla conver-
sione, a tornare cioè con fiducia filiale al Signore lacerandosi il cuore e non le
vesti. Egli infatti, ricorda il profeta, « è misericordioso e benigno, tardo all'ira
e ricco di benevolenza e si impietosisce riguardo alla sventura » (2, 13). L'in-
vito che Gioele rivolge ai suoi ascoltatori vale anche per noi, cari fratelli e
sorelle. Non esitiamo a ritrovare l'amicizia di Dio perduta con il peccato;
incontrando il Signore sperimentiamo la gioia del suo perdono. E cosı̀, quasi
rispondendo alle parole del profeta, abbiamo fatto nostra l'invocazione del
ritornello del Salmo responsoriale: « Perdonaci, Signore, abbiamo peccato ».
Proclamando il Salmo 50, il grande Salmo penitenziale, ci siamo appellati alla
misericordia divina; abbiamo chiesto al Signore che la potenza del suo amore
ci ridoni la gioia di essere salvati.
Con questo spirito, iniziamo il tempo favorevole della Quaresima, come ci
ha ricordato san Paolo nella Seconda Lettura, per lasciarci riconciliare con
Dio in Cristo Gesù. L'Apostolo si presenta come ambasciatore di Cristo e
mostra chiaramente come proprio in forza di Lui, venga offerta al peccatore,
e cioè a ciascuno di noi, la possibilità di un'autentica riconciliazione. « Colui
che non aveva conosciuto peccato, - egli dice - Dio lo trattò da peccato in
nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di
Dio ».1 Solo Cristo può trasformare ogni situazione di peccato in novità di
grazia. Ecco perché assume un forte impatto spirituale l'esortazione che Pao-
lo indirizza ai cristiani di Corinto: « Vi supplichiamo in nome di Cristo: la-
sciatevi riconciliare con Dio »; e ancora: «Ecco ora il momento favorevole,
ecco ora il giorno della salvezza! ».2 Mentre Gioele parlava del futuro giorno
del Signore come di un giorno di terribile giudizio, san Paolo, riferendosi alla
parola del profeta Isaia, parla di «momento favorevole », di « giorno della
salvezza ». Il futuro giorno del Signore è divenuto l'« oggi ». Il giorno terribile
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1 2 Cor 5, 21. 2 5, 20; 6, 2.