Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale544
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale560
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale564
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Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 571
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Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 573
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Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 575
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2. Compete à Santa Sé o direito de criar, modificar e extinguir Provı́ncias
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Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 583
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Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 585
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale586
Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 587
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale588
Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 589
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale590
Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 591
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale592
Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 593
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale594
Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 595
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale596
Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 597
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale598
Congregatio pro Doctrina Fidei 599
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale600
Congregatio pro Doctrina Fidei 601
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale602
Congregatio pro Doctrina Fidei 603
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale604
Congregatio de Causis Sanctorum 605
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale606
Congregatio de Causis Sanctorum 607
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale608
Congregatio de Causis Sanctorum 609
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale610
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale612
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale614
Congregatio pro Gentium Evangelizatione 615
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale618
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale544
Nella seconda Lettura, l'apostolo Paolo ci ha ricordato che nel Battesimo
abbiamo ricevuto lo Spirito Santo, il quale ci unisce a Cristo come fratelli e ci
relaziona al Padre come figli, cosı̀ che possiamo gridare: «Abbà! Padre! ».2 In
quel momento ci è stato donato un germe di vita nuova, divina, da far
crescere fino al compimento definitivo nella gloria celeste; siamo diventati
membri della Chiesa, la famiglia di Dio, « sacrarium Trinitatis » - la definisce
sant'Ambrogio -, « popolo che - come insegna il Concilio Vaticano II -
deriva la sua unità dall'unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ».3 La
solennità liturgica della Santissima Trinità, che oggi celebriamo, ci invita a
contemplare questo mistero, ma ci spinge anche all'impegno di vivere la
comunione con Dio e tra noi sul modello di quella trinitaria. Siamo chiamati
ad accogliere e trasmettere concordi le verità della fede; a vivere l'amore
reciproco e verso tutti, condividendo gioie e sofferenze, imparando a chiedere
e concedere il perdono, valorizzando i diversi carismi sotto la guida dei Pa-
stori. In una parola, ci è affidato il compito di edificare comunità ecclesiali
che siano sempre più famiglia, capaci di riflettere la bellezza della Trinità e di
evangelizzare non solo con la parola, ma direi per « irradiazione », con la forza
dell'amore vissuto.
Chiamata ad essere immagine del Dio Unico in Tre Persone non è solo la
Chiesa, ma anche la famiglia, fondata sul matrimonio tra l'uomo e la donna.
In principio, infatti, «Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo
creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: siate fecondi e
moltiplicatevi ».4 Dio ha creato l'essere umano maschio e femmina, con pari
dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche, perché i due
fossero dono l'uno per l'altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero
una comunità di amore e di vita. L'amore è ciò che fa della persona umana
l'autentica immagine della Trinità, immagine di Dio. Cari sposi, nel vivere il
matrimonio voi non vi donate qualche cosa o qualche attività, ma la vita
intera. E il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi, perché desi-
derate e realizzate il bene l'uno dell'altro, sperimentando la gioia del ricevere
e del dare. È fecondo poi nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli,
nella cura premurosa per essi e nell'educazione attenta e sapiente. È fecondo
infine per la società, perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile
scuola delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia,
2 Cfr Rm 8, 15.17. 3 Cost. Lumen gentium, 4. 4 Gn 1, 27-28.