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della terra e deporranno ai suoi piedi i loro tesori più preziosi. E il cuore del
popolo fremerà di gioia.
Rispetto a tale visione, quella che ci presenta l'evangelista Matteo appare
povera e dimessa: ci sembra impossibile riconoscervi l'adempimento delle
parole del profeta Isaia. Infatti, arrivano a Betlemme non i potenti e i re
della terra, ma dei Magi, personaggi sconosciuti, forse visti con sospetto, in
ogni caso non degni di particolare attenzione. Gli abitanti di Gerusalemme
sono informati dell'accaduto, ma non ritengono necessario scomodarsi, e
neppure a Betlemme sembra che ci sia qualcuno che si curi della nascita di
questo Bambino, chiamato dai Magi Re dei Giudei, o di questi uomini venuti
dall'Oriente che vanno a farGli visita. Poco dopo, infatti, quando il re Erode
farà capire chi effettivamente detiene il potere costringendo la Sacra Fami-
glia a fuggire in Egitto e offrendo una prova della sua crudeltà con la strage
degli innocenti,1 l'episodio dei Magi sembra essere cancellato e dimenticato.
È, quindi, comprensibile che il cuore e l'anima dei credenti di tutti i secoli
siano attratti più dalla visione del profeta che non dal sobrio racconto del-
l'evangelista, come attestano anche le rappresentazioni di questa visita nei
nostri presepi, dove appaiono i cammelli, i dromedari, i re potenti di questo
mondo che si inginocchiano davanti al Bambino e depongono ai suoi piedi i
loro doni in scrigni preziosi. Ma occorre prestare maggiore attenzione a ciò
che i due testi ci comunicano.
In realtà, che cosa ha visto Isaia con il suo sguardo profetico? In un solo
momento, egli scorge una realtà destinata a segnare tutta la storia. Ma anche
l'evento che Matteo ci narra non è un breve episodio trascurabile, che si
chiude con il ritorno frettoloso dei Magi nelle proprie terre. Al contrario, è
un inizio. Quei personaggi provenienti dall'Oriente non sono gli ultimi, ma i
primi della grande processione di coloro che, attraverso tutte le epoche della
storia, sanno riconoscere il messaggio della stella, sanno camminare sulle
strade indicate dalla Sacra Scrittura e sanno trovare, cosı̀, Colui che appa-
rentemente è debole e fragile, ma che, invece, ha il potere di donare la gioia
più grande e più profonda al cuore dell'uomo. In Lui, infatti, si manifesta la
realtà stupenda che Dio ci conosce e ci è vicino, che la sua grandezza e
potenza non si esprimono nella logica del mondo, ma nella logica di un bam-
bino inerme, la cui forza è solo quella dell'amore che si affida a noi. Nel
cammino della storia, ci sono sempre persone che vengono illuminate dalla
1 Cfr. Mt 2, 13-18.