dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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per ottenere l'approvazione e il consenso degli uomini, sono a Lui accetti se
esprimono la determinazione del cuore a servirlo, con semplicità e generosità.
Ce lo ricorda anche uno dei Prefazi quaresimali dove, a proposito del digiuno,
leggiamo questa singolare espressione: « ieiunio... mentem elevas: con il digiuno
elevi lo spirito ».4
Il digiuno, al quale la Chiesa ci invita in questo tempo forte, non nasce
certo da motivazioni di ordine fisico od estetico, ma scaturisce dall'esigenza
che l'uomo ha di una purificazione interiore che lo disintossichi dall'inquina-
mento del peccato e del male; lo educhi a quelle salutari rinunce che affran-
cano il credente dalla schiavitù del proprio io; lo renda più attento e dispo-
nibile all'ascolto di Dio e al servizio dei fratelli. Per questa ragione il digiuno e
le altre pratiche quaresimali sono considerate dalla tradizione cristiana « ar-
mi » spirituali per combattere il male, le passioni cattive e i vizi. Al riguardo,
mi piace riascoltare insieme a voi un breve commento di san Giovanni Criso-
stomo. « Come al finir dell'inverno - egli scrive - torna la stagione estiva e il
navigante trascina in mare la nave, il soldato ripulisce le armi e allena il
cavallo per la lotta, l'agricoltore affila la falce, il viandante rinvigorito si
accinge al lungo viaggio e l'atleta depone le vesti e si prepara alle gare; cosı̀
anche noi, all'inizio di questo digiuno, quasi al ritorno di una primavera
spirituale forbiamo le armi come i soldati, affiliamo la falce come gli agricol-
tori, e come nocchieri riassettiamo la nave del nostro spirito per affrontare i
flutti delle assurde passioni, come viandanti riprendiamo il viaggio verso il
cielo e come atleti ci prepariamo alla lotta con lo spogliamento di tutto ».5
Nel messaggio per la Quaresima, ho invitato a vivere questi quaranta
giorni di speciale grazia come un tempo « eucaristico ». Attingendo a quella
fonte inesauribile di amore che è l'Eucaristia, nella quale Cristo rinnova il
sacrificio redentore della Croce, ogni cristiano può perseverare nell'itinerario
che oggi solennemente intraprendiamo. Le opere di carità (l'elemosina), la
preghiera, il digiuno insieme ad ogni altro sincero sforzo di conversione tro-
vano il loro più alto significato e valore nell'Eucaristia, centro e culmine della
vita della Chiesa e della storia della salvezza. « Questo sacramento che abbia-
mo ricevuto, o Padre, - cosı̀ pregheremo al termine della Santa Messa - ci
4 Prefazio IV. 5 Omelie al popolo antiocheno, 3.