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et constantia perseveravit, ut omni ope ac studio in proximum spem instillaret,
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ALLOCUTIONES
I
Summus Pontifex in Basilica Vaticana infirmos convenit.*
Cari ammalati,
cari fratelli e sorelle!
Assume un singolare valore e significato questo nostro incontro: esso ha
luogo in occasione della Giornata Mondiale del Malato, che ricorre oggi, me-
moria della Beata Vergine di Lourdes. Il mio pensiero va a quel Santuario
dove, in occasione del 150o anniversario delle apparizioni a santa Benedetta,
mi sono recato anch'io; e di quel pellegrinaggio conservo un vivo ricordo, che
si focalizza in particolare sul contatto che ho potuto avere con i malati
raccolti presso la Grotta di Massabielle. Sono venuto molto volentieri a salu-
tarvi a conclusione della Celebrazione eucaristica, che ha presieduto il Cardi-
nale Javier Lozano Barragán, Presidente del Pontificio Consiglio per la Pa-
storale della Salute, al quale rivolgo un cordiale pensiero. Insieme a lui saluto
i Presuli presenti, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i volontari, i pellegrini,
specialmente i cari malati e quanti se ne prendono quotidiana cura. È sempre
emozionante rivivere in questa circostanza qui, nella Basilica di San Pietro,
quel tipico clima di preghiera e di spiritualità mariana che caratterizza il
Santuario di Lourdes. Grazie, dunque, per questa vostra manifestazione di
fede e di amore a Maria; grazie a quanti l'hanno promossa ed organizzata, in
particolare all'Unitalsi e all'Opera Romana Pellegrinaggi.
Questa Giornata invita a far sentire con maggiore intensità ai malati la
vicinanza spirituale della Chiesa, la quale, come ho scritto nrll'Enciclica Deus
caritas est, è la famiglia di Dio nel mondo, all'interno della quale nessuno
dovrebbe soffrire per mancanza del necessario, sopratutto per la mancanza di
amore.1 Al tempo stesso, quest'oggi ci è data l'opportunità di riflettere sul-
l'esperienza della malattia, del dolore, e più in generale sul senso della vita da
realizzare pienamente anche quando è sofferente. Nel messaggio per l'odierna
ricorrenza ho voluto porre in primo piano i bambini ammalati, che sono le
creature più deboli e indifese.
* Die 11 Februarii 2009. 1 Cfr. n. 25 b.