ACTA BENEDICTI PP. XVI

 nata matrimonio cum Iosepho Borzęcki se coniunxit. Uxor fuit perdiligens et

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 visibilmente e chiaramente nello stile di vita, nel lavoro e nella preghiera

 NUNTIUS

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 Congregatio pro Episcopis 745

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 Diarium Romanae Curiae 747

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 Diarium Romanae Curiae 749

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 Diarium Romanae Curiae 751

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Acta Benedicti Pp. XVI 685

previsti per la festa della Natività di Maria, che da secoli è fissata all'8

settembre, data in cui a Gerusalemme fu consacrata la basilica costruita

sopra la casa di sant'Anna, madre della Madonna. Sono letture che in effetti

contengono sempre il riferimento al mistero della nascita. Anzitutto, nella

prima lettura, l'oracolo stupendo del profeta Michea su Betlemme, in cui si

annuncia la nascita del Messia. Questi, ci dice l'oracolo, sarà discendente del

re Davide, betlemmita come Lui, ma la sua figura eccederà i limiti dell'uma-

no: « le sue origini » - dice - « sono dall'antichità », si perdono nei tempi più

lontani, sconfinano nell'eterno; la sua grandezza giungerà « fino agli estremi

confini della terra » e tali saranno anche i confini della pace.1 L'avvento di

questo « Consacrato del Signore », che segnerà l'inizio della liberazione del

popolo, viene definito dal profeta con un'espressione enigmatica: « quando

colei che deve partorire partorirà ».2 Cosı̀, la liturgia - che è scuola privilegiata

della fede - ci insegna a riconoscere nella nascita di Maria un diretto colle-

gamento con quella del Messia, Figlio di Davide.

Il Vangelo, una pagina dell'apostolo Matteo, ci ha proposto proprio il

racconto della nascita di Gesù. L'Evangelista, però, lo fa precedere dal reso-

conto della genealogia, che egli colloca all'inizio del suo Vangelo come un

prologo. Pure qui il ruolo di Maria nella storia della salvezza risalta in tutta

la sua evidenza: l'essere di Maria è totalmente relativo a Cristo, in particolare

alla sua incarnazione. « Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla

quale è nato Gesù chiamato Cristo ».3 Salta all'occhio la discontinuità che vi è

nello schema della genealogia: non si legge « generò », ma « Maria, dalla quale è

nato Gesù chiamato Cristo ». Proprio in questo si coglie la bellezza del disegno

di Dio, che rispettando l'umano lo feconda dall'interno, facendo sbocciare

dall'umile Vergine di Nazaret il frutto più bello della sua opera creatrice e

redentrice. L'Evangelista pone poi sulla scena la figura di Giuseppe, il suo

dramma interiore, la sua fede robusta e la sua esemplare rettitudine. Dietro i

suoi pensieri e le sue deliberazioni c'è l'amore per Dio e la ferma volontà di

obbedirgli. Ma come non sentire che il turbamento e quindi la preghiera e la

decisione di Giuseppe sono mossi, al tempo stesso, dalla stima e dall'amore

per la sua promessa sposa? La bellezza di Dio e quella di Maria sono, nel cuore

di Giuseppe, inseparabili; egli sa che tra di esse non può esservi contraddi-

zione; cerca in Dio la risposta e la trova nella luce della Parola e dello Spirito

1 Cfr. Mic 5, 1-4a. 2 Mic 5, 2. 3 Mt 1, 16.