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2. Compete à Santa Sé o direito de criar, modificar e extinguir Provı́ncias
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Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 591
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale592
Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 593
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale594
Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 595
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale596
Acta Apostolicae Sedis - Conventiones 597
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale598
Congregatio pro Doctrina Fidei 599
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Congregatio pro Doctrina Fidei 601
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Congregatio pro Doctrina Fidei 603
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale604
Congregatio de Causis Sanctorum 605
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Congregatio de Causis Sanctorum 607
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Congregatio de Causis Sanctorum 609
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 615
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anche sulla vita spirituale dei fedeli. Infatti, concentrando tutto il rapporto
con Gesù Eucaristia nel solo momento della Santa Messa, si rischia di svuo-
tare della sua presenza il resto del tempo e dello spazio esistenziali. E cosı̀ si
percepisce meno il senso della presenza costante di Gesù in mezzo a noi e con
noi, una presenza concreta, vicina, tra le nostre case, come « Cuore pulsante »
della città, del paese, del territorio con le sue varie espressioni e attività. Il
Sacramento della Carità di Cristo deve permeare tutta la vita quotidiana.
In realtà, è sbagliato contrapporre la celebrazione e l'adorazione, come se
fossero in concorrenza l'una con l'altra. È proprio il contrario: il culto del
Santissimo Sacramento costituisce come l'« ambiente » spirituale entro il qua-
le la comunità può celebrare bene e in verità l'Eucaristia. Solo se è preceduta,
accompagnata e seguita da questo atteggiamento interiore di fede e di ado-
razione, l'azione liturgica può esprimere il suo pieno significato e valore.
L'incontro con Gesù nella Santa Messa si attua veramente e pienamente
quando la comunità è in grado di riconoscere che Egli, nel Sacramento, abita
la sua casa, ci attende, ci invita alla sua mensa, e poi, dopo che l'assemblea si
è sciolta, rimane con noi, con la sua presenza discreta e silenziosa, e ci ac-
compagna con la sua intercessione, continuando a raccogliere i nostri sacrifici
spirituali e ad offrirli al Padre.
A questo proposito, mi piace sottolineare l'esperienza che vivremo anche
stasera insieme. Nel momento dell'adorazione, noi siamo tutti sullo stesso
piano, in ginocchio davanti al Sacramento dell'Amore. Il sacerdozio comune
e quello ministeriale si trovano accomunati nel culto eucaristico. È un'espe-
rienza molto bella e significativa, che abbiamo vissuto diverse volte nella
Basilica di San Pietro, e anche nelle indimenticabili veglie con i giovani -
ricordo ad esempio quelle di Colonia, Londra, Zagabria, Madrid. È evidente a
tutti che questi momenti di veglia eucaristica preparano la celebrazione della
Santa Messa, preparano i cuori all'incontro, cosı̀ che questo risulta anche più
fruttuoso. Stare tutti in silenzio prolungato davanti al Signore presente nel
suo Sacramento, è una delle esperienze più autentiche del nostro essere Chie-
sa, che si accompagna in modo complementare con quella di celebrare l'Eu-
caristia, ascoltando la Parola di Dio, cantando, accostandosi insieme alla
mensa del Pane di vita. Comunione e contemplazione non si possono separare,
vanno insieme. Per comunicare veramente con un'altra persona devo cono-
scerla, saper stare in silenzio vicino a lei, ascoltarla, guardarla con amore. Il
vero amore e la vera amicizia vivono sempre di questa reciprocità di sguardi,
di silenzi intensi, eloquenti, pieni di rispetto e di venerazione, cosı̀ che l'in-