272 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
274 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
276 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
278 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
280 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
282 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
284 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
286 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
288 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
290 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
292 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
294 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
296 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
298 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 299
300 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 301
302 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 303
304 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 305
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Congregatio de Causis Sanctorum 307
308 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 309
310 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 311
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Congregatio de Causis Sanctorum 313
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Congregatio de Causis Sanctorum 317
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Congregatio de Causis Sanctorum 319
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Acta Francisci Pp. 277
II
Ad Sessionem Plenariam Pontificii Consilii pro Valetudinis Administris (pro Pastorali Valetudinis Cura).*
Cari fratelli e sorelle,
vi do il benvenuto in occasione della vostra Sessione Plenaria, e ringra-
zio Mons. Zimowski per le sue parole. A ciascuno di voi va la riconoscenza
del Vescovo di Roma per l'impegno che ponete verso tanti fratelli e sorelle
che portano il peso della malattia, della disabilità, di un'anzianità diffìcile.
Il vostro lavoro di questi giorni prende spunto da quanto il beato Gio-
vanni Paolo II, trent'anni or sono, affermava circa la sofferenza: « Fare del
bene con la sofferenza e fare del bene a chi soffre ».1 Queste parole egli
le ha vissute, le ha testimoniate in maniera esemplare. Il suo è stato un
magistero vivente, che il Popolo di Dio ha ricambiato con tanto affetto e
tanta venerazione, riconoscendo che Dio era con lui.
È vero, infatti, che anche nella sofferenza nessuno è mai solo, perché
Dio nel suo amore misericordioso per l'uomo e per il mondo abbraccia anche
le situazioni più disumane, nelle quali l'immagine del Creatore presente in
ogni persona appare offuscata o sfigurata. Così è stato per Gesù nella sua
Passione. In Lui ogni dolore umano, ogni angoscia, ogni patimento è stato
assunto per amore, per la pura volontà di esserci vicino, di essere con noi.
E qui, nella Passione di Gesù, c'è la più grande scuola per chiunque voglia
dedicarsi al servizio dei fratelli malati e sofferenti. L'esperienza della con-
divisione fraterna con chi soffre ci apre alla vera bellezza della vita umana,
che comprende la sua fragilità. Nella custodia e nella promozione della vita,
in qualunque stadio e condizione si trovi, possiamo riconoscere la dignità
e il valore di ogni singolo essere umano, dal concepimento fino alla mor-
te. Domani celebreremo la Solennità dell'Annunciazione del Signore. « Ad
accogliere "la Vita" a nome di tutti e a vantaggio di tutti è stata Maria,
la Vergine Madre, la quale ha quindi legami personali strettissimi con il
Vangelo della vita ».2 Maria ha offerto la propria esistenza, ha messo tutta
* Die 24 Martii 2014. 1 Lett. ap. Salvifici doloris, 30. 2 Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, 102.