pro Gentium Evangelizatione subicimus. Praeterea iubemus episcopalem se-
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questi piccoli mediante la rinascita dall'acqua e dallo Spirito Santo. Dio è
vita, come è anche stupendamente rappresentato da alcune pitture che im-
preziosiscono questa Cappella Sistina.
Non sembri però fuori luogo se accostiamo subito, all'esperienza della
vita, quella opposta e cioè la realtà della morte. Tutto ciò che ha inizio sulla
terra prima o poi finisce, come l'erba del campo, che spunta al mattino e
avvizzisce la sera. Però nel Battesimo il piccolo essere umano riceve una vita
nuova, la vita della grazia, che lo rende capace di entrare in relazione perso-
nale con il Creatore, e questo per sempre, per tutta l'eternità. Sfortunata-
mente l'uomo è capace di spegnere questa nuova vita con il suo peccato,
riducendosi ad una situazione che la Sacra Scrittura chiama « morte seconda ».
Mentre nelle altre creature, che non sono chiamate all'eternità, la morte
significa soltanto la fine dell'esistenza sulla terra, in noi il peccato crea una
voragine che rischia di inghiottirci per sempre, se il Padre che è nei cieli non ci
tende la sua mano. Ecco, cari fratelli, il mistero del Battesimo: Dio ha voluto
salvarci andando lui stesso fino in fondo all'abisso della morte, perché ogni
uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo, possa
trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la
luce per la quale egli è fatto. Tutti sentiamo, tutti percepiamo interiormente
che la nostra esistenza è un desiderio di vita che invoca una pienezza, una
salvezza. Questa pienezza di vita ci viene data nel Battesimo.
Abbiamo sentito poco fa il racconto del battesimo di Gesù nel Giordano.
Fu un battesimo diverso da quello che questi bambini stanno per ricevere, ma
non privo di un profondo rapporto con esso. In fondo, tutto il mistero di
Cristo nel mondo si può riassumere con questa parola, « battesimo », che in
greco significa « immersione ». Il Figlio di Dio, che condivide dall'eternità con
il Padre e con lo Spirito Santo la pienezza della vita, è stato « immerso » nella
nostra realtà di peccatori, per renderci partecipi della sua stessa vita: si è
incarnato, è nato come noi, è cresciuto come noi e, giunto all'età adulta, ha
manifestato la sua missione iniziando proprio con il « battesimo di conversio-
ne » dato da Giovanni il Battista. Il suo primo atto pubblico, come abbiamo
ascoltato poco fa, è stato scendere al Giordano, confuso tra i peccatori peni-
tenti, per ricevere quel battesimo. Giovanni naturalmente non voleva, ma
Gesù insistette, perché quella era la volontà del Padre.1
1 Cfr Mt 3, 13-15.