dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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il cristiano non può vivere senza amore. Anzi, se non incontra l'amore vero
non può dirsi nemmeno pienamente cristiano, perché, come ho rilevato nel-
l'Enciclica Deus caritas est, « all'inizio dell'essere cristiano non c'è una deci-
sione etica o una grande idea, bensı̀ l'incontro con un avvenimento, con una
Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva ».3
L'amore di Dio per noi, iniziato con la creazione, si è fatto visibile nel mistero
della Croce, in quella kenosi di Dio, in quello svuotamento ed umiliante
abbassamento del Figlio di Dio che abbiamo sentito proclamare dall'apostolo
Paolo nella prima Lettura, nel magnifico inno a Cristo della Lettera ai Fi-
lippesi. Sı̀, la Croce rivela la pienezza dell'amore di Dio per noi. Un amore
crocifisso, che non si ferma allo scandalo del Venerdı̀ Santo, ma culmina nella
gioia della Risurrezione e Ascensione al cielo e nel dono dello Spirito Santo,
Spirito dell'amore per mezzo del quale, anche questa sera, saranno rimessi i
peccati e concessi il perdono e la pace.
L'amore di Dio per l'uomo, che si esprime in pienezza sulla Croce, è
descrivibile con il termine agape, ossia « amore oblativo che cerca esclusiva-
mente il bene dell'altro », ma pure con il termine eros. Infatti, mentre è amore
che offre all'uomo tutto ciò che Dio è, come ho osservato nel Messaggio per
questa Quaresima, è anche un amore dove il « cuore stesso di Dio, l'Onnipo-
tente, attende il ''sı̀'' delle sue creature come un giovane sposo quello della sua
sposa ». Purtroppo « fin dalle sue origini l'umanità, sedotta dalle menzogne del
Maligno, si è chiusa all'amore di Dio, nell'illusione di una impossibile
autosufficienza 4 ».5 Ma nel sacrificio della Croce Dio continua a riproporre
il suo amore, la sua passione per l'uomo, quella forza che, come si esprime lo
Pseudo Dionigi, « non permette all'amante di rimanere in se stesso, ma lo
spinge a unirsi all'amato »,6 venendo a «mendicare » l'amore della sua creatu-
ra. Questa sera, accostandovi al Sacramento della confessione, potrete fare
l'esperienza del « dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa nella nostra
anima dallo Spirito Santo per guarirla dal peccato e santificarla » 7 affinché,
uniti a Cristo, diventiamo creature nuove.8
3 N. 1. 4 Cfr Gn 3, 1-7. 5 Ibid. 6 De divinis nominibus, IV, 13; PG 3, 712. 7 CCC, 1999. 8 Cfr 2 Cor 5, 17-18.