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per Servi Dei intercessionem a Deo patrato, affirmativum prolatum est res-
in civitate quae tunc sub nomine Portus Principis erat, hodie vero Cama-
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e per noi qui riuniti: « Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu
hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io
consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità ».2 Il Signore
chiede la nostra santificazione, la nostra consacrazione nella verità. E ci
manda per continuare la sua stessa missione. Ma c'è in questa preghiera
una parola che attira la nostra attenzione, ci sembra poco comprensibile.
Gesù dice: « Per loro io consacro me stesso ». Che cosa significa? Gesù non è
forse di per sé « il Santo di Dio », come Pietro ha confessato nell'ora decisiva a
Cafarnao?3 Come può ora consacrare, santificare se stesso?
Per comprendere questo dobbiamo soprattutto chiarire che cosa vogliono
dire nella Bibbia le parole « santo » e « santificare/consacrare ». « Santo » - con
questa parola si descrive innanzitutto la natura di Dio stesso, il suo modo
d'essere tutto particolare, divino, che a Lui solo è proprio. Egli solo è il vero e
autentico Santo nel senso originario. Ogni altra santità deriva da Lui, è
partecipazione al suo modo d'essere. Egli è la Luce purissima, la Verità e il
Bene senza macchia. Consacrare qualcosa o qualcuno significa quindi dare la
cosa o la persona in proprietà a Dio, toglierla dall'ambito di ciò che è nostro e
immetterla nell'atmosfera sua, cosı̀ che non appartenga più alle cose nostre,
ma sia totalmente di Dio. Consacrazione è dunque un togliere dal mondo e un
consegnare al Dio vivente. La cosa o la persona non appartiene più a noi, e
neppure più a se stessa, ma viene immersa in Dio. Un tale privarsi di una cosa
per consegnarla a Dio, lo chiamiamo poi anche sacrificio: questo non sarà più
proprietà mia, ma proprietà di Lui. Nell'Antico Testamento, la consegna di
una persona a Dio, cioè la sua « santificazione » si identifica con l'Ordinazione
sacerdotale, e in questo modo si definisce anche in che cosa consista il sacer-
dozio: è un passaggio di proprietà, un essere tolto dal mondo e donato a Dio.
Con ciò si evidenziano ora le due direzioni che fanno parte del processo della
santificazione/consacrazione. È un uscire dai contesti della vita del mondo -
un « essere messi da parte » per Dio. Ma proprio per questo non è una segre-
gazione. Essere consegnati a Dio significa piuttosto essere posti a rappresen-
tare gli altri. Il sacerdote viene sottratto alle connessioni del mondo e donato
a Dio, e proprio cosı̀, a partire da Dio, deve essere disponibile per gli altri, per
tutti. Quando Gesù dice: « Io mi consacro », Egli si fa insieme sacerdote e
vittima. Pertanto Bultmann ha ragione traducendo l'affermazione: « Io mi
consacro » con « Io mi sacrifico ». Comprendiamo ora che cosa avviene, quando
2 17, 17ss. 3 Cfr. Gv 6, 69.