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Rivolgo, altresı̀, il mio cordiale pensiero ai Signori Cardinali presenti, ai
Vescovi ed a tutti i rappresentanti delle Chiese e delle Comunità ecclesiali
della Città, qui convenuti.
Non sono passati molti mesi da quando si è concluso l'Anno dedicato a
San Paolo, che ci ha offerto la possibilità di approfondire la sua straordinaria
opera di predicatore del Vangelo, e, come ci ha ricordato il tema della Setti-
mana di preghiera per l'unità dei cristiani - « Di questo voi siete testimoni »
(Lc 24, 48) -, la nostra chiamata ad essere missionari del Vangelo. Paolo, pur
serbando viva ed intensa memoria del proprio passato di persecutore dei
cristiani, non esita a chiamarsi Apostolo. A fondamento di tale titolo, vi è
per lui l'incontro con il Risorto sulla via di Damasco, che diventa anche
l'inizio di una instancabile attività missionaria, in cui spenderà ogni sua
energia per annunciare a tutte le genti quel Cristo che aveva personalmente
incontrato. Cosı̀ Paolo, da persecutore della Chiesa, diventerà egli stesso
vittima di persecuzione a causa del Vangelo a cui dava testimonianza: « Cin-
que volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; tre volte sono
stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato... Viaggi innume-
revoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali,
pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare,
pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e
sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. Oltre a tutto questo, il mio assillo
quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese ».1 La testimonianza di Pao-
lo raggiungerà il culmine nel suo martirio quando, proprio non lontano da
qui, darà prova della sua fede nel Cristo che vince la morte.
La dinamica presente nell'esperienza di Paolo è la stessa che troviamo
nella pagina del Vangelo che abbiamo appena ascoltato. I discepoli di Em-
maus, dopo aver riconosciuto il Signore risorto, tornano a Gerusalemme e
trovano gli Undici riuniti insieme con gli altri. Il Cristo risorto appare loro, li
conforta, vince il loro timore, i loro dubbi, si fa loro commensale e apre il loro
cuore all'intelligenza delle Scritture, ricordando quanto doveva accadere e
che costituirà il nucleo centrale dell'annuncio cristiano. Gesù afferma: « Cosı̀
sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome
saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati,
cominciando da Gerusalemme ».2 Questi sono gli eventi dei quali renderanno
testimonianza innanzitutto i discepoli della prima ora e, in seguito, i credenti
1 2 Cor 11, 24-25. 26-28. 2 Lc 24, 46-47.