Anno mdcccxl missionariam eam in Foederatas Civitates Americae Septen-
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Acta Benedicti Pp. XVI 13
accarezzi tutti questi bambini, e chiediamo a Dio di aiutarci a fare la nostra
parte perché sia rispettata la dignità dei bambini; che per tutti sorga la luce
dell'amore, di cui l'uomo ha più bisogno che non delle cose materiali neces-
sarie per vivere.
Con ciò siamo arrivati al secondo significato che i Padri hanno trovato nella
frase: «Dio ha abbreviato la sua Parola ». La Parola che Dio ci comunica nei
libri della Sacra Scrittura era, nel corso dei tempi, diventata lunga. Lunga e
complicata non solo per la gente semplice, ma addirittura ancora di più per i
conoscitori della Sacra Scrittura, per i dotti che s'impigliavano nei particolari e
nei rispettivi problemi, non riuscendo quasi più a trovare una visione d'insie-
me. Gesù ha « reso breve » la Parola - ci ha fatto rivedere la sua più profonda
semplicità e unità. Tutto ciò che ci insegnano la Legge e i profeti è riassunto -
dice - nella parola semplice: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con
tutta la tua anima e con tutta la tua mente... Amerai il prossimo tuo come te
stesso ».4 Questo è tutto - l'intera fede si risolve in quest'unico atto d'amore
che abbraccia Dio e gli uomini. Ma subito riemergono delle domande: Come
possiamo amare Dio con tutta la nostra mente, il nostro pensiero, se stentiamo
a trovarlo con la nostra capacità mentale, con il nostro pensiero? Come amarLo
con tutto il nostro cuore e la nostra anima, se questo cuore arriva ad intrave-
derLo solo da lontano e percepisce tante cose contraddittorie nel mondo che
velano il suo volto davanti a noi? A questo punto i due modi in cui Dio ha
« fatto breve » la sua Parola s'incontrano. Egli non è più lontano. Non è più
sconosciuto. Non è più irraggiungibile per il nostro cuore. Si è fatto bambino
per noi e ha dileguato con ciò ogni ambiguità. Si è fatto nostro prossimo,
ristabilendo in tal modo anche l'immagine dell'uomo che, spesso, ci appare
cosı̀ poco amabile. Dio, per noi, si è fatto dono. Ha donato se stesso. Si prende
tempo per noi. Egli, l'Eterno che è al di sopra del tempo, ha assunto il tempo,
ha tratto in alto il nostro tempo presso di sé. Natale è diventato la festa dei
doni per imitare Dio che ha donato se stesso a noi. Lasciamo che il nostro
cuore, la nostra anima e la nostra mente siano toccati da questo fatto! Tra i
tanti doni che compriamo e riceviamo non dimentichiamo il vero dono: di
donarci a vicenda qualcosa di noi stessi! Di donarci a vicenda il nostro tempo.
Di aprire il nostro tempo per Dio. Cosı̀ si scioglie l'agitazione. Cosı̀ nasce la
gioia, cosı̀ si crea la festa. E ricordiamo nei banchetti festivi di questi giorni la
4 Mt 22, 37-40.