2 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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26 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
28 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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38 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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44 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
46 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
48 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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54 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
56 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
58 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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64 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
66 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
68 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
70 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
72 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
74 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
76 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
78 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
80 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
82 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 83
84 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 85
86 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 87
88 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
90 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
92 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatiopro Gentium Evangelizatione 93
94 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatiopro Gentium Evangelizatione 95
96 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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Un gemito che anche oggi possiamo continuare ad ascoltare, che ci tocca
l'anima e che non possiamo e non vogliamo ignorare né far tacere. Oggi tra
la nostra gente, purtroppo - e lo scrivo con profondo dolore -, si continua
ad ascoltare il lamento e il pianto di tante madri, di tante famiglie, per la
morte dei loro figli, dei loro figli innocenti.
Contemplare il presepe è anche contemplare questo pianto, è anche
imparare ad ascoltare ciò che accade intorno e avere un cuore sensibile e
aperto al dolore del prossimo, specialmente quando si tratta di bambini, ed
è anche essere capaci di riconoscere che ancora oggi si sta scrivendo questo
triste capitolo della storia. Contemplare il presepio isolandolo dalla vita che
lo circonda, sarebbe fare della Natività una bella favola che susciterebbe
in noi buoni sentimenti ma ci priverebbe della forza creatrice della Buona
Notizia che il Verbo Incarnato ci vuole donare. E la tentazione esiste.
È possibile vivere la gioia cristiana voltando le spalle a queste realtà?
È possibile realizzare la gioia cristiana ignorando il gemito del fratello,
dei bambini?
San Giuseppe è stato chiamato per primo a custodire la gioia della
Salvezza. Davanti ai crimini atroci che stavano accadendo, san Giuseppe -
esempio dell'uomo obbediente e fedele - fu capace di ascoltare la voce di
Dio e la missione che il Padre gli affidava. E poiché seppe ascoltare la voce
di Dio e si lasciò guidare dalla sua volontà, divenne più sensibile a ciò che
lo circondava e seppe leggere gli avvenimenti con realismo.
Oggi anche a noi, pastori, viene chiesto lo stesso, di essere uomini ca-
paci di ascoltare e non essere sordi alla voce del Padre, e così poter essere
più sensibili alla realtà che ci circonda. Oggi, tenendo come modello san
Giuseppe, siamo invitati a non lasciare che ci rubino la gioia. Siamo invitati
a difenderla dagli Erode dei nostri giorni. E come san Giuseppe, abbiamo
bisogno di coraggio per accettare questa realtà, per alzarci e prenderla
tra le mani.4 Il coraggio di proteggerla dai nuovi Erode dei nostri giorni,
che fagocitano l'innocenza dei nostri bambini. Un'innocenza spezzata sotto
il peso del lavoro clandestino e schiavo, sotto il peso della prostituzione
e dello sfruttamento. Innocenza distrutta dalle guerre e dall'emigrazione
forzata con la perdita di tutto ciò che questo comporta. Migliaia di nostri
bambini sono caduti nelle mani di banditi, di mafie, di mercanti di morte
che l'unica cosa che fanno è fagocitare e sfruttare i loro bisogni.
4 Cfr Mt 2, 20.