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Acta Francisci Pp. 443
Francesco di Assisi lo aveva ben chiaro. Lo aveva assimilato nella medi-
tazione del vangelo, ma soprattutto dalla contemplazione del volto di Cristo
nei lebbrosi e nel Crocifisso di San Damiano, dal quale aveva ricevuto il man-
dato: "Francesco, va', ripara la mia casa". Sì, come al tempo di Francesco,
la Chiesa ha sempre bisogno di essere "riparata". Essa infatti è santa nei
doni che riceve dall'alto, ma è formata da peccatori, e pertanto è sempre
bisognosa di penitenza e di rinnovamento. E come potrebbe rinnovarsi, se
non guardando al suo "nudo" Signore? Cristo è il modello originario della
"spogliazione", come tu, caro fratello, hai voluto evidenziare, promulgando
la tua lettera di istituzione del nuovo Santuario nella solennità del Natale.
Nel Bimbo di Betlemme la gloria divina si è come nascosta. Sarà ancor più
velata sul Golgota. « Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli,
pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come
Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando
simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce » ( Fil 2, 5-8).
Dal Natale alla Pasqua, il cammino di Cristo è tutto un mistero di "spo-
gliazione". L'Onnipotenza, in qualche modo, si eclissa, affinché la gloria del
Verbo fatto carne si esprima soprattutto nell'amore e nella misericordia. La
spogliazione è un mistero di amore! Essa non dice disprezzo per le realtà del
mondo. E come potrebbe? Il mondo viene tutto dalle mani di Dio. Francesco
stesso ci invita, nel Cantico di Frate Sole, a cantare e a custodire la bellezza
di tutte le creature. La spogliazione ci fa fruire di esse in modo sobrio e
solidale, con una gerarchia di valori che mette l'amore al primo posto. Ci
si deve spogliare, in sostanza, più che di cose, di se stessi, mettendo da
parte l'egoismo che ci fa arroccare nei nostri interessi e nei nostri beni,
impedendoci di scoprire la bellezza dell'altro e la gioia di aprirgli il cuore.
Un cammino cristiano autentico non porta alla tristezza, ma alla gioia. In
un mondo segnato da tanta « tristezza individualista » (Esort. ap. Evangelii
gaudium, 2), il Santuario della Spogliazione si propone di alimentare nella
Chiesa e nella società la gioia evangelica, semplice e solidale.
Un aspetto bello del nuovo Santuario è dato dal fatto che, nell'evento
della spogliazione di Francesco, emerge anche la figura di un Pastore, il
vescovo Guido, che lo aveva probabilmente conosciuto, se non addirittura
accompagnato nel suo cammino di conversione, ed ora lo accoglieva nella
sua scelta decisiva. È un'immagine di maternità della Chiesa che merita