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Acta Benedicti Pp. XVI 87
starci per « ricevere misericordia », « trovare grazia », e per « essere aiutati al
momento opportuno ». Mi sembra che queste parole contengano una grande
verità e insieme un grande conforto per noi che abbiamo ricevuto il dono e
l'impegno di una speciale consacrazione nella Chiesa. Penso in particolare a
voi, care sorelle e fratelli. Voi vi siete accostati con piena fiducia al « trono
della grazia » che è Cristo, alla sua Croce, al suo Cuore, alla sua divina presenza
nell'Eucaristia. Ognuno di voi si è avvicinato a Lui come alla fonte dell'Amore
puro e fedele, un Amore cosı̀ grande e bello da meritare tutto, anzi, più del
nostro tutto, perché non basta una vita intera a ricambiare ciò che Cristo è e
ciò che ha fatto per noi. Ma voi vi siete accostati, e ogni giorno vi accostate a
Lui, anche per essere aiutati al momento opportuno e nell'ora della prova.
Le persone consacrate sono chiamate in modo particolare ad essere testi-
moni di questa misericordia del Signore, nella quale l'uomo trova la propria
salvezza. Esse tengono viva l'esperienza del perdono di Dio, perché hanno la
consapevolezza di essere persone salvate, di essere grandi quando si ricono-
scono piccole, di sentirsi rinnovate ed avvolte dalla santità di Dio quando
riconoscono il proprio peccato. Per questo, anche per l'uomo di oggi, la vita
consacrata rimane una scuola privilegiata della « compunzione del cuore », del
riconoscimento umile della propria miseria, ma, parimenti, rimane una scuola
della fiducia nella misericordia di Dio, nel suo amore che mai abbandona. In
realtà, più ci si avvicina a Dio, più si è vicini a Lui, più si è utili agli altri. Le
persone consacrate sperimentano la grazia, la misericordia e il perdono di Dio
non solo per sé, ma anche per i fratelli, essendo chiamate a portare nel cuore e
nella preghiera le angosce e le attese degli uomini, specie di quelli che sono
lontani da Dio. In particolare, le comunità che vivono nella clausura, con il
loro specifico impegno di fedeltà nello « stare con il Signore », nello « stare sotto
la croce », svolgono sovente questo ruolo vicario, unite al Cristo della Passio-
ne, prendendo su di sé le sofferenze e le prove degli altri ed offrendo con gioia
ogni cosa per la salvezza del mondo.
Infine, cari amici, vogliamo elevare al Signore un inno di ringraziamento e
di lode per la stessa vita consacrata. Se essa non ci fosse, quanto sarebbe più
povero il mondo! Al di là delle superficiali valutazioni di funzionalità, la vita
consacrata è importante proprio per il suo essere segno di gratuità e d'amore,
e ciò tanto più in una società che rischia di essere soffocata nel vortice del-
l'effimero e dell'utile.4 La vita consacrata, invece, testimonia la sovrabbon-
4 Cfr. Esort. ap. post-sinod. Vita consecrata, 105.