Post militiam, studiis absolutis, postulavit ut illam Congregationem ingredi
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale212
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale214
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale216
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale218
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale220
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale222
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale224
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale226
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale228
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale230
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale232
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale234
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale236
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale238
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale240
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale242
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale244
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale246
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale248
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale250
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale252
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale254
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale256
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale258
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale260
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale224
che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! ».10 La
giusta versione della parola, come uscı̀ dalla bocca di Gesù stesso, ce l'ha
tramandata Giovanni nel suo racconto della purificazione del tempio. Di
fronte alla richiesta di un segno con cui Gesù doveva legittimarsi per una
tale azione, il Signore rispose: « Distruggete questo tempio e in tre giorni lo
farò risorgere ».11 Giovanni aggiunge che, ripensando a quell'evento dopo la
Risurrezione, i discepoli capirono che Gesù aveva parlato del Tempio del suo
Corpo.12 Non è Gesù che distrugge il tempio; esso viene abbandonato alla
distruzione dall'atteggiamento di coloro che, da luogo d'incontro di tutti i
popoli con Dio, l'hanno trasformato in una « spelonca di ladri », in un luogo
dei loro affari. Ma, come sempre a partire dalla caduta di Adamo, il fallimen-
to degli uomini diventa l'occasione per un impegno ancora più grande del-
l'amore di Dio nei nostri confronti. L'ora del tempio di pietra, l'ora dei
sacrifici di animali era superata: il fatto che ora il Signore scacci fuori i
mercanti non solo impedisce un abuso, ma indica il nuovo agire di Dio. Si
forma il nuovo Tempio: Gesù Cristo stesso, nel quale l'amore di Dio si china
sugli uomini. Egli, nella sua vita, è il Tempio nuovo e vivente. Egli, che è
passato attraverso la Croce ed è risorto, è lo spazio vivente di spirito e vita,
nel quale si realizza la giusta adorazione. Cosı̀ la purificazione del tempio,
come culmine dell'ingresso solenne di Gesù in Gerusalemme, è insieme il segno
della incombente rovina dell'edificio e della promessa del nuovo Tempio;
promessa del regno della riconciliazione e dell'amore che, nella comunione
con Cristo, viene instaurato oltre ogni frontiera.
San Matteo, il cui Vangelo ascoltiamo in questo anno, riferisce alla fine del
racconto della Domenica delle Palme, dopo la purificazione del tempio, an-
cora due piccoli avvenimenti che, di nuovo, hanno un carattere profetico e
ancora una volta rendono a noi chiara la vera volontà di Gesù. Immediata-
mente dopo la parola di Gesù sulla casa di preghiera di tutti i popoli, l'evan-
gelista continua cosı̀: « Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed Egli li
guarı̀ ». Inoltre, Matteo ci dice che dei fanciulli ripeterono nel tempio l'accla-
mazione che i pellegrini avevano fatto all'ingresso della città: « Osanna al
figlio di Davide ».13 Al commercio di animali e agli affari col denaro Gesù
contrappone la sua bontà risanatrice. Essa è la vera purificazione del tempio.
10 Mt 27, 40. 11 Gv 2, 18s. 12 Cfr 2, 21s. 13 Mt 21, 14s.