Kyaikmayaw, Chaungson, Paung, Beelin et Thaton. Novae ecclesialis com-
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a separação entre irmãos pertencentes à mesma nação, por causa de ideolo-
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durante tutto il periodo del mio pontificato è esistita e, grazie a Dio, continua
ad esistere.
Un altro sbaglio, per il quale mi rammarico sinceramente, consiste nel
fatto che la portata e i limiti del provvedimento del 21 gennaio 2009 non sono
stati illustrati in modo sufficientemente chiaro al momento della sua pubbli-
cazione. La scomunica colpisce persone, non istituzioni. Un'Ordinazione epi-
scopale senza il mandato pontificio significa il pericolo di uno scisma, perché
mette in questione l'unità del collegio episcopale con il Papa. Perciò la Chiesa
deve reagire con la punizione più dura, la scomunica, al fine di richiamare le
persone punite in questo modo al pentimento e al ritorno all'unità. A ven-
t'anni dalle Ordinazioni, questo obiettivo purtroppo non è stato ancora rag-
giunto. La remissione della scomunica mira allo stesso scopo a cui serve la
punizione: invitare i quattro Vescovi ancora una volta al ritorno. Questo
gesto era possibile dopo che gli interessati avevano espresso il loro riconosci-
mento in linea di principio del Papa e della sua potestà di Pastore, anche se
con delle riserve in materia di obbedienza alla sua autorità dottrinale e a
quella del Concilio. Con ciò ritorno alla distinzione tra persona ed istituzione.
La remissione della scomunica era un provvedimento nell'ambito della disci-
plina ecclesiastica: le persone venivano liberate dal peso di coscienza costi-
tuito dalla punizione ecclesiastica più grave. Occorre distinguere questo livel-
lo disciplinare dall'ambito dottrinale. Il fatto che la Fraternità San Pio X non
possieda una posizione canonica nella Chiesa, non si basa in fin dei conti su
ragioni disciplinari ma dottrinali. Finché la Fraternità non ha una posizione
canonica nella Chiesa, anche i suoi ministri non esercitano ministeri legittimi
nella Chiesa. Bisogna quindi distinguere tra il livello disciplinare, che concer-
ne le persone come tali, e il livello dottrinale in cui sono in questione il
ministero e l'istituzione. Per precisarlo ancora una volta: finché le questioni
concernenti la dottrina non sono chiarite, la Fraternità non ha alcuno stato
canonico nella Chiesa, e i suoi ministri - anche se sono stati liberati dalla
punizione ecclesiastica - non esercitano in modo legittimo alcun ministero
nella Chiesa.
Alla luce di questa situazione è mia intenzione di collegare in futuro la
Pontificia Commissione «Ecclesia Dei » - istituzione dal 1988 competente
per quelle comunità e persone che, provenendo dalla Fraternità San Pio X
o da simili raggruppamenti, vogliono tornare nella plena comunione col Papa
- con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Con ciò viene chiarito che
i problemi che devono ora essere trattati sono di natura essenzialmente dot-
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