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per Servi Dei intercessionem a Deo patrato, affirmativum prolatum est res-
in civitate quae tunc sub nomine Portus Principis erat, hodie vero Cama-
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uomini; alle mani con cui ha benedetto i bambini; alle mani, che ha imposto
agli uomini; alle mani, che sono state inchiodate alla Croce e che per sempre
porteranno le stimmate come segni del suo amore pronto a morire. Ora siamo
incaricati noi di fare ciò che Egli ha fatto: prendere nelle mani il pane perché
mediante la preghiera eucaristica sia trasformato. Nell'Ordinazione sacerdo-
tale, le nostre mani sono state unte, affinché diventino mani di benedizione.
Preghiamo in quest'ora il Signore che le nostre mani servano sempre di più a
portare la salvezza, a portare la benedizione, a rendere presente la sua bontà!
Dall'introduzione alla Preghiera sacerdotale di Gesù,1 il Canone prende
poi le parole: « Alzando gli occhi al cielo a te, Dio Padre suo onnipotente... » Il
Signore ci insegna ad alzare gli occhi e soprattutto il cuore. A sollevare lo
sguardo, distogliendolo dalle cose del mondo, ad orientarci nella preghiera
verso Dio e cosı̀ a risollevarci. In un inno della preghiera delle ore chiediamo
al Signore di custodire i nostri occhi, affinché non accolgano e non lascino
entrare in noi le « vanitates » - le vanità, le nullità, ciò che è solo apparenza.
Preghiamo che attraverso gli occhi non entri in noi il male, falsificando e
sporcando cosı̀ il nostro essere. Ma vogliamo pregare soprattutto per avere
occhi che vedano tutto ciò che è vero, luminoso e buono; affinché diventiamo
capaci di vedere la presenza di Dio nel mondo. Preghiamo, affinché guardia-
mo il mondo con occhi di amore, con gli occhi di Gesù, riconoscendo cosı̀ i
fratelli e le sorelle, che hanno bisogno di noi, che sono in attesa della nostra
parola e della nostra azione.
Benedicendo, il Signore spezza poi il pane e lo distribuisce ai discepoli. Lo
spezzare il pane è il gesto del padre di famiglia che si preoccupa dei suoi e dà
loro ciò di cui hanno bisogno per la vita. Ma è anche il gesto dell'ospitalità con
cui lo straniero, l'ospite viene accolto nella famiglia e gli viene concessa una
partecipazione alla sua vita. Dividere - con-dividere è unire. Mediante il
condividere si crea comunione. Nel pane spezzato, il Signore distribuisce se
stesso. Il gesto dello spezzare allude misteriosamente anche alla sua morte,
all'amore sino alla morte. Egli distribuisce se stesso, il vero « pane per la vita
del mondo ».2 Il nutrimento di cui l'uomo nel più profondo ha bisogno è la
comunione con Dio stesso. Ringraziando e benedicendo, Gesù trasforma il
pane, non dà più pane terreno, ma la comunione con se stesso. Questa tra-
sformazione, però, vuol essere l'inizio della trasformazione del mondo. Affin-
ché diventi un mondo di risurrezione, un mondo di Dio. Sı̀, si tratta di
1 Cfr. Gv 17, 1. 2 Gv 6, 51.