Kyaikmayaw, Chaungson, Paung, Beelin et Thaton. Novae ecclesialis com-
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a separação entre irmãos pertencentes à mesma nação, por causa de ideolo-
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trinale e riguardano soprattutto l'accettazione del Concilio Vaticano II e del
magistero post-conciliare dei Papi. Gli organismi collegiali con i quali la
Congregazione studia le questioni che si presentano (specialmente la consueta
adunanza dei Cardinali al mercoledı̀ e la Plenaria annuale o biennale) garan-
tiscono il coinvolgimento dei Prefetti di varie Congregazioni romane e dei
rappresentanti dell'Episcopato mondiale nelle decisioni da prendere. Non si
può congelare l'autorità magisteriale della Chiesa all'anno 1962 - ciò deve
essere ben chiaro alla Fraternità. Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come
grandi difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il
Vaticano II porta in sé l'intera storia dottrinale della Chiesa. Chi vuole essere
obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e
non può tagliare le radici di cui l'albero vive.
Spero, cari Confratelli, che con ciò sia chiarito il significato positivo come
anche il limite del provvedimento del 21 gennaio 2009. Ora però rimane la
questione: Era tale provvedimento necessario? Costituiva veramente una
priorità? Non ci sono forse cose molto più importanti? Certamente ci sono
delle cose più importanti e più urgenti. Penso di aver evidenziato le priorità
del mio Pontificato nei discorsi da me pronunciati al suo inizio. Ciò che ho
detto allora rimane in modo inalterato la mia linea direttiva. La prima prio-
rità per il Successore di Pietro è stata fissata dal Signore nel Cenacolo in modo
inequivocabile: « Tu ... conferma i tuoi fratelli ».1 Pietro stesso ha formulato in
modo nuovo questa priorità nella sua prima Lettera: « Siate sempre pronti a
rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi ».2 Nel
nostro tempo in cui in vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi
come una fiamma che non trova più nutrimento, la priorità che sta al di sopra
di tutte è di rendere Dio presente in questo mondo e di aprire agli uomini
l'accesso a Dio. Non ad un qualsiasi dio, ma a quel Dio che ha parlato sul
Sinai; a quel Dio il cui volto riconosciamo nell'amore spinto sino alla fine 3 -
in Gesù Cristo crocifisso e risorto. Il vero problema in questo nostro momento
della storia è che Dio sparisce dall'orizzonte degli uomini e che con lo spe-
gnersi della luce proveniente da Dio l'umanità viene colta dalla mancanza di
orientamento, i cui effetti distruttivi ci si manifestano sempre di più.
Condurre gli uomini verso Dio, verso il Dio che parla nella Bibbia: questa
è la priorità suprema e fondamentale della Chiesa e del Successore di Pietro in
3 0 O t t o b r e 2 0 0 9 - 0 9 : 3 6 p a g i n a 2 7 3 e : / 0 6 9 1 _ 9/L a v o r o/Ac t a _Ap r i l e _ 9 . 3 d GRECCO
1 Lc 22, 32. 2 1 Pt 3, 15. 3 Cfr. Gv 13, 1.