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Acta Benedicti Pp. XVI 849
visa pensando sia al popolo di questo caro Paese, sia all'Europa e all'umanità
intera, che è assetata di qualcosa su cui poggiare saldamente il proprio avve-
nire. Nella mia seconda Enciclica - la Spe salvi -, ho sottolineato che
l'unica speranza « certa » e « affidabile » 1 si fonda su Dio. L'esperienza della
storia mostra a quali assurdità giunge l'uomo quando esclude Dio dall'oriz-
zonte delle sue scelte e delle sue azioni, e come non è facile costruire una
società ispirata ai valori del bene, della giustizia e della fraternità, perché
l'essere umano è libero e la sua libertà permane fragile. La libertà va allora
costantemente riconquistata per il bene e la non facile ricerca dei « retti
ordinamenti per le cose umane » è un compito che appartiene a tutte le
generazioni.2 Ecco perché, cari amici, noi siamo qui prima di tutto in ascolto,
in ascolto di una parola che ci indichi la strada che conduce alla speranza;
anzi, siamo in ascolto della Parola che sola può darci speranza solida, perché è
Parola di Dio.
Nella prima Lettura,3 il Profeta si presenta investito della missione di
annunciare a tutti gli afflitti e i poveri la liberazione, la consolazione, la gioia.
Questo testo Gesù l'ha ripreso e l'ha fatto proprio nella sua predicazione.
Anzi, ha detto esplicitamente che la promessa del profeta si è compiuta in
Lui.4 Si è completamente realizzata quando, morendo in croce e risorgendo da
morte, ci ha liberati dalla schiavitù dell'egoismo e del male, del peccato e
della morte. E questo è l'annuncio di salvezza, antico e sempre nuovo, che la
Chiesa proclama di generazione in generazione: Cristo crocifisso e risorto,
Speranza dell'umanità!
Questa parola di salvezza risuona con forza anche oggi, nella nostra As-
semblea liturgica. Gesù si rivolge con amore a voi, figli e figlie di questa terra
benedetta, nella quale è stato sparso da oltre un millennio il seme del Vange-
lo. Il vostro Paese, come altre nazioni, sta vivendo una condizione culturale
che rappresenta spesso una sfida radicale per la fede e, quindi, anche per la
speranza. In effetti, sia la fede che la speranza, nell'epoca moderna, hanno
subito come uno « spostamento », perché sono state relegate sul piano privato
e ultraterreno, mentre nella vita concreta e pubblica si è affermata la fiducia
nel progresso scientifico ed economico.5 Conosciamo tutti che questo progres-
1 Cfr. n. 1. 2 Cfr. ibid., 24-25. 3 Is 61, 1-3a. 4 Cfr. Lc 4, 16-21. 5 Cfr. Spe salvi, 17.