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et constantia perseveravit, ut omni ope ac studio in proximum spem instillaret,
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Il vostro convegno, comunque, non analizza solamente le grandi sfide che
la genetica è tenuta ad affrontare; ma si estende pure ai rischi dell'eugenetica,
pratica non certamente nuova e che ha visto nel passato porre in essere forme
inaudite di autentica discriminazione e violenza. La disapprovazione per
l'eugenetica utilizzata con la violenza da un regime di stato, oppure frutto
dell'odio verso una stirpe o una popolazione, è talmente radicata nelle co-
scienze che ha trovato espressione formale nella Dichiarazione universale dei
diritti dell'uomo. Nonostante questo, appaiono ancora ai giorni nostri mani-
festazioni preoccupanti di questa pratica odiosa, che si presenta con tratti
diversi. Certo, non vengono riproposte ideologie eugenetiche e razziali che in
passato hanno umiliato l'uomo e provocato sofferenze immani, ma si insinua
una nuova mentalità che tende a giustificare una diversa considerazione della
vita e della dignità personale fondata sul proprio desiderio e sul diritto indi-
viduale. Si tende, quindi, a privilegiare le capacità operative, l'efficienza, la
perfezione e la bellezza fisica a detrimento di altre dimensioni dell'esistenza
non ritenute degne. Viene cosı̀ indebolito il rispetto che è dovuto a ogni essere
umano, anche in presenza di un difetto nel suo sviluppo o di una malattia
genetica che potrà manifestarsi nel corso della sua vita, e sono penalizzati fin
dal concepimento quei figli la cui vita è giudicata come non degna di essere
vissuta.
È necessario ribadire che ogni discriminazione esercitata da qualsiasi po-
tere nei confronti di persone, popoli o etnie sulla base di differenze ricondu-
cibili a reali o presunti fattori genetici è un attentato contro l'intera umanità.
Ciò che si deve ribadire con forza è l'uguale dignità di ogni essere umano per il
fatto stesso di essere venuto alla vita. Lo sviluppo biologico, psichico, cultu-
rale o lo stato di salute non possono mai diventare un elemento discriminan-
te. È necessario, al contrario, consolidare la cultura dell'accoglienza e dell'a-
more che testimoniano concretamente la solidarietà verso chi soffre,
abbattendo le barriere che spesso la società erige discriminando chi è disabile
e affetto da patologie, o peggio giungendo alla selezione ed al rifiuto della vita
in nome di un ideale astratto di salute e di perfezione fisica. Se l'uomo viene
ridotto ad oggetto di manipolazione sperimentale fin dai primi stadi del suo
sviluppo, ciò significa che le biotecnologie mediche si arrendono all'arbitrio
del più forte. La fiducia nella scienza non può far dimenticare il primato
dell'etica quando in gioco vi è la vita umana.
Confido che le vostre ricerche in questo settore, cari amici, possano con-
tinuare con il dovuto impegno scientifico e l'attenzione che l'istanza etica