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alle percosse, ai flagelli, alla corona di spine…, e infine pensiamo alla via
crucis, fino alla crocifissione.
Lui lo aveva detto chiaramente ai suoi discepoli: « Se qualcuno vuole
venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua ».3
Non ha mai promesso onori e successi. I Vangeli parlano chiaro. Ha sem-
pre avvertito i suoi amici che la sua strada era quella, e che la vittoria
finale sarebbe passata attraverso la passione e la croce. E anche per noi
vale lo stesso. Per seguire fedelmente Gesù, chiediamo la grazia di farlo
non a parole ma nei fatti, e di avere la pazienza di sopportare la nostra
croce: di non rifiutarla, non buttarla via, ma, guardando Lui, accettarla e
portarla, giorno per giorno.
E questo Gesù, che accetta di essere osannato pur sapendo bene che lo
attende il " crucifige!", non ci chiede di contemplarlo soltanto nei quadri o
nelle fotografie, oppure nei video che circolano in rete. No. È presente in
tanti nostri fratelli e sorelle che oggi, oggi patiscono sofferenze come Lui:
soffrono per un lavoro da schiavi, soffrono per i drammi familiari, soffrono
per le malattie… Soffrono a causa delle guerre e del terrorismo, a causa degli
interessi che muovono le armi e le fanno colpire. Uomini e donne ingannati,
violati nella loro dignità, scartati…. Gesù è in loro, in ognuno di loro, e con
quel volto sfigurato, con quella voce rotta chiede - ci chiede - di essere
guardato, di essere riconosciuto, di essere amato.
Non è un altro Gesù: è lo stesso che è entrato in Gerusalemme tra lo
sventolare di rami di palma e di ulivo. È lo stesso che è stato inchiodato alla
croce ed è morto tra due malfattori. Non abbiamo altro Signore all'infuori
di Lui: Gesù, umile Re di giustizia, di misericordia e di pace.
3 Mt 16, 24.