dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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sioni, la paura della morte, tutte le nostre angustie fino alla morte. E ha dato
a noi i suoi « vestiti ». Ciò che nella Lettera ai Galati espone come semplice
« fatto » del battesimo - il dono del nuovo essere - Paolo ce lo presenta nella
Lettera agli Efesini come un compito permanente: «Dovete deporre l'uomo
vecchio con la condotta di prima! ... [Dovete] rivestire l'uomo nuovo, creato
secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Perciò, bando alla menzogna:
dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membri gli uni degli
altri. Nell'ira, non peccate... ».4
Questa teologia del Battesimo ritorna in modo nuovo e con una nuova
insistenza nell'Ordinazione sacerdotale. Come nel Battesimo viene donato
uno « scambio dei vestiti », uno scambio del destino, una nuova comunione
esistenziale con Cristo, cosı̀ anche nel sacerdozio si ha uno scambio: nell'am-
ministrazione dei Sacramenti, il sacerdote agisce e parla ora « in persona
Christi ». Nei sacri misteri egli non rappresenta se stesso e non parla espri-
mendo se stesso, ma parla per l'Altro - per Cristo. Cosı̀ nei Sacramenti si
rende visibile in modo drammatico ciò che l'essere sacerdote significa in
generale; ciò che abbiamo espresso con il nostro «Adsum - sono pronto »
durante la consacrazione sacerdotale: io sono qui perché tu possa disporre
di me. Ci mettiamo a disposizione di Colui « che è morto per tutti, perché
quelli che vivono non vivano più per se stessi... ».5 Metterci a disposizione di
Cristo significa che ci lasciamo attirare dentro il suo « per tutti »: essendo con
Lui possiamo esserci davvero « per tutti ».
In persona Christi- nel momento dell'Ordinazione sacerdotale, la Chiesa
ci ha reso visibile ed afferrabile questa realtà dei « vestiti nuovi » anche ester-
namente mediante l'essere stati rivestiti con i paramenti liturgici. In questo
gesto esterno essa vuole renderci evidente l'evento interiore e il compito che
da esso ci viene: rivestire Cristo; donarsi a Lui come Egli si è donato a noi.
Questo evento, il « rivestirsi di Cristo », viene rappresentato sempre di nuovo
in ogni Santa Messa mediante il rivestirci dei paramenti liturgici. Indossarli
deve essere per noi più di un fatto esterno: è l'entrare sempre di nuovo nel « sı̀ »
del nostro incarico - in quel « non più io » del Battesimo che l'Ordinazione
sacerdotale ci dona in modo nuovo e al contempo ci chiede. Il fatto che
4 Ef 4, 22-26. 5 2 Cor 5, 15.