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et constantia perseveravit, ut omni ope ac studio in proximum spem instillaret,
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Acta Benedicti Pp. XVI 181
richiede su problematiche cosı̀ importanti e determinanti per il coerente svi-
luppo dell'esistenza personale. È questo l'auspicio con cui desidero concludere
questo incontro. Nell'invocare sul vostro lavoro copiosi lumi celesti, imparto
a voi tutti con affetto una speciale Benedizione Apostolica.
VII
Summus Pontifex parochos et presbyteros Romae convenit.*
Santo Padre, sono Don Gianpiero Palmieri, parroco della parrocchia di San
Frumenzio ai Prati Fiscali. Volevo rivolgerle una domanda sulla missione evan-
gelizzatrice della comunità cristiana e, in particolare, sul ruolo e sulla forma-
zione di noi presbiteri all'interno di questa missione evangelizzatrice.
Per spiegarmi, parto da un episodio personale. Quando, giovane presbitero,
ho cominciato il mio servizio pastorale nella parrocchia e nella scuola, mi sentivo
forte del bagaglio degli studi e della formazione ricevuta, ben radicato nel mondo
delle mie convinzioni dei miei sistemi di pensiero. Una donna credente e saggia,
vedendomi in azione, scosse la testa sorridendo e mi disse: don Gianpiero, quan-
d'è che metti i pantaloni lunghi, quand'è che diventi uomo? È un episodio che m'è
rimasto nel cuore. Quella donna saggia cercava di spiegarmi che la vita, il mondo
reale, Dio stesso, sono più grandi e sorprendenti dei concetti che noi elaboriamo.
Mi invitava a mettermi in ascolto dell'umano per cercare di capire, per compren-
dere, senza aver fretta di giudicare. Mi chiedeva di imparare a entrare in rela-
zione con la realtà, senza paure, perché la realtà è abitata da Cristo stesso che
agisce misteriosamente nel suo Spirito. Di fronte alla missione evangelizzatrice
oggi noi presbiteri ci sentiamo impreparati e inadeguati, sempre con i calzoni
corti. Sia sotto l'aspetto culturale - ci sfugge la conoscenza attenta delle grandi
direttrici del pensiero contemporaneo, nelle sue positività e nei suoi limiti - e
soprattutto sotto l'aspetto umano. Rischiamo sempre di essere troppo schematici,
incapaci di comprendere in maniera saggia il cuore degli uomini di oggi. L'an-
nuncio della salvezza in Gesù non è anche l'annuncio dell'uomo nuovo Gesù, il
Figlio di Dio, nel quale anche la nostra umanità povera viene redenta, resa
autentica, trasformata da Dio? Allora la mia domanda è questa: condivide questi
pochi pensieri? Nelle nostre comunità cristiane viene tanta gente ferita dalla vita.
* Die 26 Februarii 2009. Textus hic viva voce, sine scripto a Summo Pontifice est prolatus.