Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale370
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale372
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale374
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale376
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale380
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale382
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale384
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale386
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale388
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale390
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale392
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale400
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale404
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale406
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale412
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale418
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale420
Congregatio pro Doctrina Fidei 421
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale422
Congregatio pro Doctrina Fidei 423
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale424
Congregatio pro Doctrina Fidei 425
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale426
Congregatio pro Doctrina Fidei 427
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die 25 Iunii. - Cathedrali Ecclesiae Villaricensi Spiritus Sancti,
Acta Benedicti Pp. XVI 389
in questo pellegrinaggio. La comunione con Pietro e i suoi successori, infatti,
è garanzia di libertà per i Pastori della Chiesa e per le stesse Comunità loro
affidate. Lo è su entrambi i piani messi in luce nelle riflessioni precedenti. Sul
piano storico, l'unione con la Sede Apostolica assicura alle Chiese particolari e
alle Conferenze Episcopali la libertà rispetto a poteri locali, nazionali o so-
vranazionali, che possono in certi casi ostacolare la missione della Chiesa.
Inoltre, e più essenzialmente, il ministero petrino è garanzia di libertà nel
senso della piena adesione alla verità, all'autentica tradizione, cosı̀ che il
Popolo di Dio sia preservato da errori concernenti la fede e la morale. Il fatto
dunque che, ogni anno, i nuovi Metropoliti vengano a Roma a ricevere il
Pallio dalle mani del Papa va compreso nel suo significato proprio, come
gesto di comunione, e il tema della libertà della Chiesa ce ne offre una chiave
di lettura particolarmente importante. Questo appare evidente nel caso di
Chiese segnate da persecuzioni, oppure sottoposte a ingerenze politiche o ad
altre dure prove. Ma ciò non è meno rilevante nel caso di Comunità che
patiscono l'influenza di dottrine fuorvianti, o di tendenze ideologiche e prati-
che contrarie al Vangelo. Il Pallio dunque diventa, in questo senso, un pegno
di libertà, analogamente al « giogo » di Gesù, che Egli invita a prendere,
ciascuno sulle proprie spalle.9 Come il comandamento di Cristo - pur esi-
gente - è « dolce e leggero » e, invece di pesare su chi lo porta, lo solleva,
cosı̀ il vincolo con la Sede Apostolica - pur impegnativo - sostiene il
Pastore e la porzione di Chiesa affidata alle sue cure, rendendoli più liberi
e più forti.
Un'ultima indicazione vorrei trarre dalla Parola di Dio, in particolare
dalla promessa di Cristo che le potenze degli inferi non prevarranno sulla
sua Chiesa. Queste parole possono avere anche una significativa valenza
ecumenica, dal momento che, come accennavo poc'anzi, uno degli effetti
tipici dell'azione del Maligno è proprio la divisione all'interno della Comunità
ecclesiale. Le divisioni, infatti, sono sintomi della forza del peccato, che con-
tinua ad agire nei membri della Chiesa anche dopo la redenzione. Ma la parola
di Cristo è chiara: «Non praevalebunt - non prevarranno ».10 L'unità della
Chiesa è radicata nella sua unione con Cristo, e la causa della piena unità
dei cristiani - sempre da ricercare e da rinnovare, di generazione in genera-
zione - è pure sostenuta dalla sua preghiera e dalla sua promessa. Nella lotta
contro lo spirito del male, Dio ci ha donato in Gesù l'« Avvocato » difensore, e,
9 Cfr. Mt 11, 29-30. 10 Mt 16, 18.