dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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stiamo all'altare, vestiti con i paramenti liturgici, deve rendere chiaramente
visibile ai presenti e a noi stessi che stiamo lı̀ « in persona di un Altro ». Gli
indumenti sacerdotali, cosı̀ come nel corso del tempo si sono sviluppati, sono
una profonda espressione simbolica di ciò che il sacerdozio significa. Vorrei
pertanto, cari confratelli, spiegare in questo Giovedı̀ Santo l'essenza del mi-
nistero sacerdotale interpretando i paramenti liturgici che, appunto, da parte
loro vogliono illustrare che cosa significhi « rivestirsi di Cristo », parlare ed
agire in persona Christi.
L'indossare le vesti sacerdotali era una volta accompagnato da preghiere
che ci aiutano a capire meglio i singoli elementi del ministero sacerdotale.
Cominciamo con l'amitto. In passato - e negli ordini monastici ancora oggi
- esso veniva posto prima sulla testa, come una specie di cappuccio, diven-
tando cosı̀ un simbolo della disciplina dei sensi e del pensiero necessaria per
una giusta celebrazione della Santa Messa. I pensieri non devono vagare qua
e là dietro le preoccupazioni e le attese del mio quotidiano; i sensi non devono
essere attirati da ciò che lı̀, all'interno della chiesa, casualmente vorrebbe
sequestrare gli occhi e gli orecchi. Il mio cuore deve docilmente aprirsi alla
parola di Dio ed essere raccolto nella preghiera della Chiesa, affinché il mio
pensiero riceva il suo orientamento dalle parole dell'annuncio e della preghie-
ra. E lo sguardo del mio cuore deve essere rivolto verso il Signore che è in
mezzo a noi: ecco cosa significa ars celebrandi- il giusto modo del celebrare.
Se io sono col Signore, allora con il mio ascoltare, parlare ed agire attiro anche
la gente dentro la comunione con Lui.
I testi della preghiera che interpretano il camice e la stola vanno ambedue
nella stessa direzione. Evocano il vestito festivo che il padre donò al figlio
prodigo tornato a casa cencioso e sporco. Quando ci accostiamo alla liturgia
per agire nella persona di Cristo ci accorgiamo tutti quanto siamo lontani da
Lui; quanta sporcizia esiste nella nostra vita. Egli solo può donarci il vestito
festivo, renderci degni di presiedere alla sua mensa, di stare al suo servizio.
Cosı̀ le preghiere ricordano anche la parola dell'Apocalisse secondo cui i vestiti
dei 144.000 eletti non per merito loro erano degni di Dio. L'Apocalisse com-
menta che essi avevano lavato le loro vesti nel sangue dell'Agnello e che in
questo modo esse erano diventate candide come la luce.6 Già da piccolo mi
6 Cfr Ap 7, 14.