dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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Acta Benedicti Pp. XVI 231
sono chiesto: Ma quando si lava una cosa nel sangue, non diventa certo
bianca! La risposta è: il « sangue dell'Agnello » è l'amore del Cristo crocifisso.
È questo amore che rende candide le nostre vesti sporche; che rende verace ed
illuminato il nostro spirito oscurato; che, nonostante tutte le nostre tenebre,
trasforma noi stessi in « luce nel Signore ». Indossando il camice dovremmo
ricordarci: Egli ha sofferto anche per me. E soltanto perché il suo amore è più
grande di tutti i miei peccati, posso rappresentarlo ed essere testimone della
sua luce.
Ma con il vestito di luce che il Signore ci ha donato nel Battesimo e, in
modo nuovo, nell'Ordinazione sacerdotale, possiamo pensare anche al vestito
nuziale, di cui Egli ci parla nella parabola del banchetto di Dio. Nelle omelie
di san Gregorio Magno ho trovato a questo riguardo una riflessione degna di
nota. Gregorio distingue tra la versione di Luca della parabola e quella di
Matteo. Egli è convinto che la parabola lucana parli del banchetto nuziale
escatologico, mentre - secondo lui - la versione tramandata da Matteo
tratterebbe dall'anticipazione di questo banchetto nuziale nella liturgia e
nella vita della Chiesa. In Matteo - e solo in Matteo - infatti il re viene
nella sala affollata per vedere i suoi ospiti. Ed ecco che in questa moltitudine
trova anche un ospite senza abito nuziale, che viene poi buttato fuori nelle
tenebre. Allora Gregorio si domanda: «Ma che specie di abito è quello che gli
mancava? Tutti coloro che sono riuniti nella Chiesa hanno ricevuto l'abito
nuovo del battesimo e della fede; altrimenti non sarebbero nella Chiesa. Che
cosa, dunque, manca ancora? Quale abito nuziale deve ancora essere aggiun-
to? ». Il Papa risponde: « Il vestito dell'amore ». E purtroppo, tra i suoi ospiti
ai quali aveva donato l'abito nuovo, la veste candida della rinascita, il re
trova alcuni che non portano il vestito color porpora del duplice amore verso
Dio e verso il prossimo. « In quale condizione vogliamo accostarci alla festa
del cielo, se non indossiamo l'abito nuziale - cioè l'amore, che solo può
renderci belli? », domanda il Papa. Una persona senza l'amore è buia dentro.
Le tenebre esterne, di cui parla il Vangelo, sono solo il riflesso della cecità
interna del cuore.7
Ora che ci apprestiamo alla celebrazione della Santa Messa, dovremmo
domandarci se portiamo questo abito dell'amore. Chiediamo al Signore di
7 Cfr Hom. 38, 8-13.