Post militiam, studiis absolutis, postulavit ut illam Congregationem ingredi
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Acta Benedicti Pp. XVI 231
decisiva contro il peccato, contro la ribellione del cuore caduto. Il peccato di
Adamo consisteva, appunto, nel fatto che egli voleva realizzare la sua volontà
e non quella di Dio. La tentazione dell'umanità è sempre quella di voler essere
totalmente autonoma, di seguire soltanto la propria volontà e di ritenere che
solo cosı̀ noi saremmo liberi; che solo grazie ad una simile libertà senza limiti
l'uomo sarebbe completamente uomo. Ma proprio cosı̀ ci poniamo contro la
verità. Poiché la verità è che noi dobbiamo condividere la nostra libertà con
gli altri e possiamo essere liberi soltanto in comunione con loro. Questa libertà
condivisa può essere libertà vera solo se con essa entriamo in ciò che costitui-
sce la misura stessa della libertà, se entriamo nella volontà di Dio. Questa
obbedienza fondamentale che fa parte dell'essere uomini, un essere non da sé
e solo per se stessi, diventa ancora più concreta nel sacerdote: noi non an-
nunciamo noi stessi, ma Lui e la sua Parola, che non potevamo ideare da soli.
Annunciamo la Parola di Cristo in modo giusto solo nella comunione del suo
Corpo. La nostra obbedienza è un credere con la Chiesa, un pensare e parlare
con la Chiesa, un servire con essa. Rientra in questo sempre anche ciò che
Gesù ha predetto a Pietro: « Sarai portato dove non volevi ». Questo farsi
guidare dove non vogliamo è una dimensione essenziale del nostro servire,
ed è proprio ciò che ci rende liberi. In un tale essere guidati, che può essere
contrario alle nostre idee e progetti, sperimentiamo la cosa nuova - la ric-
chezza dell'amore di Dio.
« Stare davanti a Lui e servirLo »: Gesù Cristo come il vero Sommo Sacer-
dote del mondo ha conferito a queste parole una profondità prima inimma-
ginabile. Egli, che come Figlio era ed è il Signore, ha voluto diventare quel
servo di Dio che la visione del Libro del profeta Isaia aveva previsto. Ha
voluto essere il servo di tutti. Ha raffigurato l'insieme del suo sommo sacer-
dozio nel gesto della lavanda dei piedi. Con il gesto dell'amore sino alla fine
Egli lava i nostri piedi sporchi, con l'umiltà del suo servire ci purifica dalla
malattia della nostra superbia. Cosı̀ ci rende capaci di diventare commensali
di Dio. Egli è disceso, e la vera ascesa dell'uomo si realizza ora nel nostro
scendere con Lui e verso di Lui. La sua elevazione è la Croce. È la discesa più
profonda e, come amore spinto sino alla fine, è al contempo il culmine del-
l'ascesa, la vera « elevazione » dell'uomo. « Stare davanti a Lui e servirLo » -
ciò significa ora entrare nella sua chiamata di servo di Dio. L'Eucaristia come
presenza della discesa e dell'ascesa di Cristo rimanda cosı̀ sempre, al di là di se
stessa, ai molteplici modi del servizio dell'amore del prossimo. Chiediamo al