Post militiam, studiis absolutis, postulavit ut illam Congregationem ingredi
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale212
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale214
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale216
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale218
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale220
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale222
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale224
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale226
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale228
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale230
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale232
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale234
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale236
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale238
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale240
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale242
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale244
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale246
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale248
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale250
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale252
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale254
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale256
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale258
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale260
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale232
Signore, in questo giorno, il dono di poter dire in tal senso nuovamente il
nostro « sı̀ » alla sua chiamata: « Eccomi. Manda me, Signore ».6 Amen.
V
In Celebratione Eucharistica in Cena Domini.*
Cari fratelli e sorelle,
san Giovanni inizia il suo racconto sul come Gesù lavò i piedi ai suoi
discepoli con un linguaggio particolarmente solenne, quasi liturgico. « Prima
della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da
questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò
sino alla fine ».1 È arrivata l'« ora » di Gesù, verso la quale il suo operare era
diretto fin dall'inizio. Ciò che costituisce il contenuto di questa ora, Giovanni
lo descrive con due parole: passaggio (lesabai* meim, lesa* bari|) ed agape -
amore. Le due parole si spiegano a vicenda; ambedue descrivono insieme la
Pasqua di Gesù: croce e risurrezione, crocifissione come elevazione, come
« passaggio » alla gloria di Dio, come un « passare » dal mondo al Padre. Non
è come se Gesù, dopo una breve visita nel mondo, ora semplicemente ripar-
tisse e tornasse al Padre. Il passaggio è una trasformazione. Egli porta con sé
la sua carne, il suo essere uomo. Sulla Croce, nel donare se stesso, Egli viene
come fuso e trasformato in un nuovo modo d'essere, nel quale ora è sempre
col Padre e contemporaneamente con gli uomini. Trasforma la Croce, l'atto
dell'uccisione, in un atto di donazione, di amore sino alla fine. Con questa
espressione « sino alla fine » Giovanni rimanda in anticipo all'ultima parola di
Gesù sulla Croce: tutto è portato a termine, « è compiuto ».2 Mediante il suo
amore la Croce diventa lesa* bari|, trasformazione dell'essere uomo nell'essere
partecipe della gloria di Dio. In questa trasformazione Egli coinvolge tutti
noi, trascinandoci dentro la forza trasformatrice del suo amore al punto che,
nel nostro essere con Lui, la nostra vita diventa « passaggio », trasformazione.
6 Is 6, 8.
---------
* Die 20 Martii 2008. 1 13, 1. 2 19, 30.