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et constantia perseveravit, ut omni ope ac studio in proximum spem instillaret,
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serio la mia esperienza e cerco di personalizzare in me questa realtà. Cosı̀
siamo proprio nel cammino di farci capire anche dagli altri. San Bernardo
di Chiaravalle ha detto nel suo libro di considerazioni al suo discepolo Papa
Eugenio: considera di bere dalla tua propria fonte, cioè dalla tua propria
umanità. Se sei sincero con te e cominci a vedere con te che cosa è la fede,
con la tua esperienza umana in questo tempo, bevendo dal tuo proprio pozzo,
come dice san Bernardo, anche agli altri puoi dire quanto si deve dire. E in
questo senso mi sembra importante essere attenti realmente al mondo di oggi,
ma anche essere attenti al Signore in me stesso: essere un uomo di questo
tempo e nello stesso tempo un credente di Cristo, che in sé trasforma il
messaggio eterno in messaggio attuale.
E chi conosce meglio gli uomini di oggi che il parroco? La canonica non è
nel mondo, è invece nella parrocchia. E qui, dal parroco, vengono gli uomini
spesso, normalmente, senza maschera, non con altri pretesti, ma nella situa-
zione della sofferenza, della malattia, della morte, delle questioni in famiglia.
Vengono nel confessionale senza maschera, con il loro proprio essere. Nessu-
n'altra professione, mi sembra, dà questa possibilità di conoscere l'uomo
com'è nella sua umanità e non nel suo ruolo che ha nella società. In questo
senso, possiamo realmente studiare l'uomo come è nella sua profondità, fuori
dai ruoli, e imparare anche noi stessi l'essere umano, l'essere uomo sempre
alla scuola di Cristo. In questo senso direi che è assolutamente importante
imparare l'uomo, l'uomo di oggi, in noi e con gli altri, ma anche sempre
nell'ascolto attento al Signore e accettando in me il seme della Parola, perché
in me si trasforma in frumento e diventa comunicabile agli altri.
Sono Don Fabio Rosini, parroco di Santa Francesca Romana all'Ardeatino.
A fronte dell'attuale processo di secolarizzazione e delle sue evidenti ricadute
sociali ed esistenziali, quanto mai opportunamente abbiamo, a più riprese, rice-
vuto dal Suo magistero, in mirabile continuità con quello del suo venerato Pre-
decessore, l'esortazione all'urgenza del primo annuncio, allo zelo pastorale per
l'evangelizzazione o rievangelizzazione, all'assunzione di una mentalità missio-
naria. Abbiamo compreso quanto sia importante la conversione dell'azione pa-
storale ordinaria, non più presupponendo la fede della massa e accontentandoci
di curare quella porzione di credenti che persevera, grazie a Dio, nella vita
cristiana, ma interessandoci, più decisamente e più organicamente, delle molte
pecore perdute, o perlomeno disorientate. In molti e con diversi approcci, noi
presbiteri romani abbiamo cercato di rispondere a questa oggettiva urgenza di
rifondare o, addirittura, spesso fondare la fede. Si stanno moltiplicando le espe-