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per Servi Dei intercessionem a Deo patrato, affirmativum prolatum est res-
in civitate quae tunc sub nomine Portus Principis erat, hodie vero Cama-
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aggrappa alla mano del Signore, che la tiene al di sopra delle acque. Ed essa
sa che con ciò è sollevata fuori dalla forza di gravità della morte e del male -
una forza dalla quale altrimenti non ci sarebbe via di scampo - sollevata e
attirata dentro la nuova forza di gravità di Dio, della verità e dell'amore. Al
momento, la Chiesa e noi tutti ci troviamo ancora tra i due campi gravita-
zionali. Ma da quando Cristo è risorto, la gravitazione dell'amore è più forte
di quella dell'odio; la forza di gravità della vita è più forte di quella della
morte. Non è forse questa veramente la situazione della Chiesa di tutti i
tempi, la situazione nostra? Sempre c'è l'impressione che essa debba affon-
dare, e sempre è già salvata. San Paolo ha illustrato questa situazione con le
parole: « Siamo... come moribondi, e invece viviamo ».13 La mano salvifica del
Signore ci sorregge, e cosı̀ possiamo cantare già ora il canto dei salvati, il
canto nuovo dei risorti: alleluia! Amen.
V
In Sollemnitate Resurrectionis Domini.*
Cari fratelli e sorelle,
«Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! ».1 Risuona in questo giorno
l'esclamazione di san Paolo, che abbiamo ascoltato nella seconda lettura,
tratta dalla prima Lettera ai Corinzi. È un testo che risale ad appena una
ventina d'anni dopo la morte e risurrezione di Gesù, eppure - come è tipico di
certe espressioni paoline - contiene già, in una sintesi impressionante, la
piena consapevolezza della novità cristiana. Il simbolo centrale della storia
della salvezza - l'agnello pasquale - viene qui identificato in Gesù, chiamato
appunto « nostra Pasqua ». La Pasqua ebraica, memoriale della liberazione
dalla schiavitù d'Egitto, prevedeva ogni anno il rito dell'immolazione dell'a-
gnello, un agnello per famiglia, secondo la prescrizione mosaica. Nella sua
passione e morte, Gesù si rivela come l'Agnello di Dio « immolato » sulla croce
per togliere i peccati del mondo. È stato ucciso proprio nell'ora in cui era
consuetudine immolare gli agnelli nel Tempio di Gerusalemme. Il senso di
questo suo sacrificio lo aveva anticipato Egli stesso durante l'Ultima Cena,
13 2 Cor 6, 9.
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* Die 12 Aprilis 2009. 1 1 Cor 5, 7.