Anno mdcccxl missionariam eam in Foederatas Civitates Americae Septen-
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Acta Benedicti Pp. XVI 27
con Dio e il loro rapporto vicendevole. La pace sulla terra non può trovarsi
senza la riconciliazione con Dio, senza l'armonia tra cielo e terra. Questa cor-
relazione del tema «Dio » col tema « pace » è stato l'aspetto determinante dei
quattro Viaggi Apostolici di quest'anno: ad essi vorrei riandare con la memoria
in questo momento. C'è stata innanzitutto la Visita Pastorale in Polonia, il
Paese natale del nostro amato Papa Giovanni Paolo II. Il viaggio nella sua
Patria è stato per me un intimo dovere di gratitudine per tutto ciò che egli,
durante il quarto di secolo del suo servizio, ha donato a me personalmente e
soprattutto alla Chiesa e al mondo. Il suo dono più grande per tutti noi è stata
la sua fede incrollabile e il radicalismo della sua dedizione. «Totus tuus » era il
suo motto: in esso si rispecchiava tutto il suo essere. Sı̀, egli si è donato senza
riserve a Dio, a Cristo, alla Madre di Cristo, alla Chiesa: al servizio del Reden-
tore ed alla redenzione dell'uomo. Non ha serbato nulla, si è lasciato consumare
fino in fondo dalla fiamma della fede. Ci ha mostrato cosı̀ come, da uomini di
questo nostro oggi, si possa credere in Dio, nel Dio vivente resosi vicino a noi in
Cristo. Ci ha mostrato che è possibile una dedizione definitiva e radicale del-
l'intera vita e che, proprio nel donarsi, la vita diventa grande e vasta e feconda.
In Polonia, ovunque sono andato, ho trovato la gioia della fede. « La gioia del
Signore è la vostra forza » - questa parola che, in mezzo alla miseria del nuovo
inizio, lo scriba Esdra gridò al popolo di Israele appena tornato dall'esilio,2 qui
si poteva sperimentarla come realtà. Sono rimasto profondamente colpito dalla
grande cordialità con cui sono stato accolto dappertutto. La gente ha visto in
me il successore di Pietro a cui è affidato il ministero pastorale per tutta la
Chiesa. Vedevano colui al quale, nonostante tutta la debolezza umana, allora
come oggi è rivolta la parola del Signore risorto: « Pasci le mie pecorelle » 3;
vedevano il successore di colui al quale Gesù presso Cesarèa di Filippo disse:
« Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa ».4 Pietro, da sé, non
era una roccia, ma un uomo debole ed incostante. Il Signore, però, volle fare
proprio di lui la pietra e dimostrare che, attraverso un uomo debole, Egli stesso
sostiene saldamente la sua Chiesa e la mantiene nell'unità. Cosı̀ la visita in
Polonia è stata per me, nel senso più profondo, una festa della cattolicità.
Cristo è la nostra pace che riunisce i separati: Egli, al di là di tutte le diversità
delle epoche storiche e delle culture, è la riconciliazione. Mediante il ministero
2 Ne 8, 10. 3 Cfr Gv 21, 15-19. 4 Mt 16, 18.