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riconosciamo la continua presenza del suo amore, che sempre di nuovo ci
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fatto tutte le cose e del quale Egli si rallegra perché è « cosa buona », « cosa
molto buona », come dice il racconto della creazione.5 Dio perciò non è il
totalmente Altro, innominabile e oscuro. Dio si rivela, ha un volto, Dio è
ragione, Dio è volontà, Dio è amore, Dio è bellezza. La fede nello Spirito
Creatore e la fede nello Spirito che il Cristo Risorto ha donato agli Apostoli e
dona a ciascuno di noi, sono allora inseparabilmente congiunte.
La seconda Lettura e il Vangelo odierni ci mostrano questa connessione.
Lo Spirito Santo è Colui che ci fa riconoscere in Cristo il Signore, e ci fa
pronunciare la professione di fede della Chiesa: « Gesù è Signore ».6 Signore è
il titolo attribuito a Dio nell'Antico Testamento, titolo che nella lettura della
Bibbia prendeva il posto del suo impronunciabile nome. Il Credo della Chiesa
è nient'altro che lo sviluppo di ciò che si dice con questa semplice afferma-
zione: «Gesù è Signore ». Di questa professione di fede san Paolo ci dice che si
tratta proprio della parola e dell'opera dello Spirito. Se vogliamo essere nello
Spirito Santo, dobbiamo aderire a questo Credo. Facendolo nostro, accettan-
dolo come nostra parola, accediamo all'opera dello Spirito Santo. L'espres-
sione «Gesù è Signore » si può leggere nei due sensi. Significa: Gesù è Dio, e
contemporaneamente: Dio è Gesù. Lo Spirito Santo illumina questa recipro-
cità: Gesù ha dignità divina, e Dio ha il volto umano di Gesù. Dio si mostra in
Gesù e con ciò ci dona la verità su noi stessi. Lasciarsi illuminare nel profondo
da questa parola è l'evento della Pentecoste. Recitando il Credo, noi entriamo
nel mistero della prima Pentecoste: dallo scompiglio di Babele, da quelle voci
che strepitano una contro l'altra, avviene una radicale trasformazione: la
molteplicità si fa multiforme unità, dal potere unificatore della Verità cresce
la comprensione. Nel Credo che ci unisce da tutti gli angoli della Terra, che,
mediante lo Spirito Santo, fa in modo che ci si comprenda pur nella diversità
delle lingue, attraverso la fede, la speranza e l'amore, si forma la nuova
comunità della Chiesa di Dio.
Il brano evangelico ci offre poi una meravigliosa immagine per chiarire la
connessione tra Gesù, lo Spirito Santo e il Padre: lo Spirito Santo è rappre-
sentato come il soffio di Gesù Cristo risorto.7 L'evangelista Giovanni riprende
qui un'immagine del racconto della creazione, là dove si dice che Dio soffiò
nelle narici dell'uomo un alito di vita.8 Il soffio di Dio è vita. Ora, il Signore
5 Cfr. Gn 1, 1-31. 6 Cfr. Cor 12, 3b. 7 Cfr. Gv 20, 22. 8 Cfr. Gn 2, 7.