Anno mdcccxl missionariam eam in Foederatas Civitates Americae Septen-
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petrino sperimentiamo questa forza unificatrice della fede che, sempre di nuo-
vo, partendo dai molti popoli edifica l'unico popolo di Dio. Con gioia abbiamo
fatto realmente questa esperienza che, provenendo da molti popoli, noi formia-
mo l'unico popolo di Dio, la sua santa Chiesa. Per questo il ministero petrino
può essere il segno visibile che garantisce questa unità e forma un'unità con-
creta. Per questa toccante esperienza di cattolicità vorrei ringraziare la Chiesa
in Polonia ancora una volta in modo esplicito e di tutto cuore.
Nei miei spostamenti in Polonia non poteva mancare la visita ad Ausch-
witz-Birkenau nel luogo della barbarie più crudele - del tentativo di cancel-
lare il popolo di Israele, di vanificare cosı̀ anche l'elezione da parte di Dio, di
bandire Dio stesso dalla storia. Fu per me motivo di grande conforto veder
comparire nel cielo in quel momento l'arcobaleno, mentre io, davanti all'orrore
di quel luogo, nell'atteggiamento di Giobbe gridavo verso Dio, scosso dallo
spavento della sua apparente assenza e, al contempo, sorretto dalla certezza
che Egli anche nel suo silenzio non cessa di essere e di rimanere con noi.
L'arcobaleno era come una risposta: Sı̀, Io ci sono, e le parole della promessa,
dell'Alleanza, che ho pronunciato dopo il diluvio, sono valide anche oggi.5
Il viaggio in Spagna - a Valencia - è stato tutto all'insegna del tema del
matrimonio e della famiglia. È stato bello ascoltare, davanti all'assemblea di
persone di tutti i continenti, la testimonianza di coniugi che - benedetti da una
schiera numerosa di figli - si sono presentati davanti a noi e hanno parlato dei
rispettivi cammini nel sacramento del matrimonio e all'interno delle loro fami-
glie numerose. Non hanno nascosto il fatto di aver avuto anche giorni difficili, di
aver dovuto attraversare tempi di crisi. Ma proprio nella fatica del sopportarsi a
vicenda giorno per giorno, proprio nell'accettarsi sempre di nuovo nel crogiolo
degli affanni quotidiani, vivendo e soffrendo fino in fondo il sı̀ iniziale - proprio
in questo cammino del « perdersi » evangelico erano maturati, avevano trovato se
stessi ed erano diventati felici. Il sı̀ che si erano dato reciprocamente, nella
pazienza del cammino e nella forza del sacramento con cui Cristo li aveva legati
insieme, era diventato un grande sı̀ di fronte a se stessi, ai figli, al Dio Creatore e
al Redentore Gesù Cristo. Cosı̀ dalla testimonianza di queste famiglie ci giungeva
un'onda di gioia, non di un'allegrezza superficiale e meschina che si dilegua
presto, ma di una gioia maturata anche nella sofferenza, di una gioia che va
nel profondo e redime veramente l'uomo. Davanti a queste famiglie con i loro
5 Cfr Gn 9, 12-17.