Post militiam, studiis absolutis, postulavit ut illam Congregationem ingredi
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Se ascoltiamo il Vangelo con attenzione, possiamo scorgere nell'avveni-
mento della lavanda dei piedi due aspetti diversi. La lavanda che Gesù dona
ai suoi discepoli è anzitutto semplicemente azione sua - il dono della purez-
za, della « capacità per Dio » offerto a loro. Ma il dono diventa poi un modello,
il compito di fare la stessa cosa gli uni per gli altri. I Padri hanno qualificato
questa duplicità di aspetti della lavanda dei piedi con le parole sacramentum
ed exemplum. Sacramentum significa in questo contesto non uno dei sette
sacramenti, ma il mistero di Cristo nel suo insieme, dall'incarnazione fino
alla croce e alla risurrezione: questo insieme diventa la forza risanatrice e
santificatrice, la forza trasformatrice per gli uomini, diventa la nostra lesa* -
bari|, la nostra trasformazione in una nuova forma di essere, nell'apertura per
Dio e nella comunione con Lui. Ma questo nuovo essere che Egli, senza nostro
merito, semplicemente ci dà deve poi trasformarsi in noi nella dinamica di
una nuova vita. L'insieme di dono ed esempio, che troviamo nella pericope
della lavanda dei piedi, è caratteristico per la natura del cristianesimo in
genere. Il cristianesimo non è una specie di moralismo, un semplice sistema
etico. All'inizio non sta il nostro fare, la nostra capacità morale. Cristianesimo
è anzitutto dono: Dio si dona a noi - non dà qualcosa, ma se stesso. E questo
avviene non solo all'inizio, nel momento della nostra conversione. Egli resta
continuamente Colui che dona. Sempre di nuovo ci offre i suoi doni. Sempre ci
precede. Per questo l'atto centrale dell'essere cristiani è l'Eucaristia: la gra-
titudine per essere stati gratificati, la gioia per la vita nuova che Egli ci dà.
Con ciò, tuttavia, non restiamo destinatari passivi della bontà divina. Dio
ci gratifica come partner personali e vivi. L'amore donato è la dinamica
dell'« amare insieme », vuol essere in noi vita nuova a partire da Dio. Cosı̀
comprendiamo la parola che, al termine del racconto della lavanda dei piedi,
Gesù dice ai suoi discepoli e a tutti noi: « Vi do un comandamento nuovo: che
vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, cosı̀ amatevi anche voi gli uni
gli altri ».6 Il « comandamento nuovo » non consiste in una norma nuova e
difficile, che fino ad allora non esisteva. La cosa nuova è il dono che ci
introduce nella mentalità di Cristo. Se consideriamo ciò, percepiamo quanto
lontani siamo spesso con la nostra vita da questa novità del Nuovo Testa-
mento; quanto poco diamo all'umanità l'esempio dell'amare in comunione col
suo amore. Cosı̀ le restiamo debitori della prova di credibilità della verità
6 Gv 13, 34.