Anno mdcccxl missionariam eam in Foederatas Civitates Americae Septen-
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Acta Benedicti Pp. XVI 29
figli, davanti a queste famiglie in cui le generazioni si stringono la mano e il
futuro è presente, il problema dell'Europa, che apparentemente quasi non vuol
più avere figli, mi è penetrato nell'anima. Per l'estraneo, quest'Europa sembra
essere stanca, anzi sembra volersi congedare dalla storia. Perché le cose stanno
cosı̀? Questa è la grande domanda. Le risposte sono sicuramente molto comples-
se. Prima di cercare tali risposte è doveroso un ringraziamento ai tanti coniugi
che anche oggi, nella nostra Europa, dicono sı̀ al figlio e accettano le fatiche che
questo comporta: i problemi sociali e finanziari, come anche le preoccupazioni e
fatiche giorno dopo giorno; la dedizione necessaria per aprire ai figli la strada
verso il futuro. Accennando a queste difficoltà si rendono forse anche chiare le
ragioni perché a tanti il rischio di aver figli appare troppo grande. Il bambino ha
bisogno di attenzione amorosa. Ciò significa: dobbiamo dargli qualcosa del no-
stro tempo, del tempo della nostra vita. Ma proprio questa essenziale «materia
prima » della vita - il tempo - sembra scarseggiare sempre di più. Il tempo che
abbiamo a disposizione basta appena per la propria vita; come potremmo ce-
derlo, darlo a qualcun altro? Avere tempo e donare tempo - è questo per noi un
modo molto concreto per imparare a donare se stessi, a perdersi per trovare se
stessi. A questo problema si aggiunge il calcolo difficile: di quali norme siamo
debitori al bambino perché segua la via giusta e in che modo dobbiamo, nel fare
ciò, rispettare la sua libertà? Il problema è diventato cosı̀ difficile anche perché
non siamo più sicuri delle norme da trasmettere; perché non sappiamo più quale
sia l'uso giusto della libertà, quale il modo giusto di vivere, che cosa sia moral-
mente doveroso e che cosa invece inammissibile. Lo spirito moderno ha perso
l'orientamento, e questa mancanza di orientamento ci impedisce di essere per
altri indicatori della retta via. Anzi, la problematica va ancora più nel profondo.
L'uomo di oggi è insicuro circa il futuro. È ammissibile inviare qualcuno in
questo futuro incerto? In definitiva, è una cosa buona essere uomo? Questa
profonda insicurezza sull'uomo stesso - accanto alla volontà di avere la vita
tutta per se stessi - è forse la ragione più profonda, per cui il rischio di avere
figli appare a molti una cosa quasi non più sostenibile. Di fatto, possiamo
trasmettere la vita in modo responsabile solo se siamo in grado di trasmettere
qualcosa di più della semplice vita biologica e cioè un senso che regga anche nelle
crisi della storia ventura e una certezza nella speranza che sia più forte delle
nuvole che oscurano il futuro. Se non impariamo nuovamente i fondamenti della
vita - se non scopriamo in modo nuovo la certezza della fede - ci sarà anche
sempre meno possibile affidare agli altri il dono della vita e il compito di un