ACTA BENEDICTI PP. XVI

 consecratae eminuit haud mediocri desiderio sanctitatis. Anno MDCCLXI vota

 Acta Benedicti Pp. XVI 771

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 Acta Benedicti Pp. XVI 797

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 Acta Benedicti Pp. XVI 799

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale800

 Acta Benedicti Pp. XVI 801

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale802

 Acta Benedicti Pp. XVI 803

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale804

 Acta Benedicti Pp. XVI 805

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale806

 Acta Benedicti Pp. XVI 807

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale808

 Acta Benedicti Pp. XVI 809

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale810

 Acta Benedicti Pp. XVI 811

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale812

 Acta Benedicti Pp. XVI 813

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale814

 Acta Benedicti Pp. XVI 815

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale816

 Acta Benedicti Pp. XVI 817

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale818

 Acta Benedicti Pp. XVI 819

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale820

 Congregatio pro Episcopis 821

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale822

 Congregatio pro Episcopis 823

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale824

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 825

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale826

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 827

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale828

 die 28 Augusti. - Exc.mum R.P. Fridericum Rubwejanga, Episcopum

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale830

 Diarium Romanae Curiae 831

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale832

Acta Benedicti Pp. XVI 795

EPISTULA

Ad Episcopos Catholicae Ecclesiae Ritus Romani.

Cari Fratelli nell'Episcopato,

con grande fiducia e speranza metto nelle vostre mani di Pastori il testo di

una nuova Lettera Apostolica « Motu Proprio data » sull'uso della liturgia

romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970. Il documento è frutto di

lunghe riflessioni, di molteplici consultazioni e di preghiera.

Notizie e giudizi fatti senza sufficiente informazione hanno creato non

poca confusione. Ci sono reazioni molto divergenti tra loro che vanno da

un'accettazione gioiosa ad un'opposizione dura, per un progetto il cui conte-

nuto in realtà non era conosciuto.

A questo documento si opponevano più direttamente due timori, che

vorrei affrontare un po' più da vicino in questa lettera.

In primo luogo, c'è il timore che qui venga intaccata l'Autorità del Con-

cilio Vaticano II e che una delle sue decisioni essenziali - la riforma liturgica

- venga messa in dubbio. Tale timore è infondato. Al riguardo bisogna

innanzitutto dire che il Messale, pubblicato in duplice edizione da Paolo VI

e poi riedito una terza volta con l'approvazione di Giovanni Paolo II, ovvia-

mente è e rimane la forma normale - la forma ordinaria - della Liturgia

Eucaristica. L'ultima stesura del Missale Romanum, anteriore al Concilio, che

è stata pubblicata con l'autorità di Papa Giovanni XXIII nel 1962 e utiliz-

zata durante il Concilio, potrà, invece, essere usata come forma extraordinaria

della Celebrazione liturgica. Non è appropriato parlare di queste due stesure

del Messale Romano come se fossero « due Riti ». Si tratta, piuttosto, di un uso

duplice dell'unico e medesimo Rito. Quanto all'uso del Messale del 1962, come

forma extraordinaria della Liturgia della Messa, vorrei attirare l'attenzione

sul fatto che questo Messale non fu mai giuridicamente abrogato e, di conse-

guenza, in linea di principio, restò sempre permesso. Al momento dell'intro-

duzione del nuovo Messale, non è sembrato necessario di emanare norme

proprie per l'uso possibile del Messale anteriore. Probabilmente si è supposto

che si sarebbe trattato di pochi casi singoli che si sarebbero risolti, caso per

caso, sul posto. Dopo, però, si è presto dimostrato che non pochi rimanevano

fortemente legati a questo uso del Rito romano che, fin dall'infanzia, era per

loro diventato familiare. Ciò avvenne, innanzitutto, nei Paesi in cui il movi-