consecratae eminuit haud mediocri desiderio sanctitatis. Anno MDCCLXI vota
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale822
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale824
Congregatio pro Gentium Evangelizatione 825
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale826
Congregatio pro Gentium Evangelizatione 827
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale828
die 28 Augusti. - Exc.mum R.P. Fridericum Rubwejanga, Episcopum
Acta Benedicti Pp. XVI 795
EPISTULA
Ad Episcopos Catholicae Ecclesiae Ritus Romani.
Cari Fratelli nell'Episcopato,
con grande fiducia e speranza metto nelle vostre mani di Pastori il testo di
una nuova Lettera Apostolica « Motu Proprio data » sull'uso della liturgia
romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970. Il documento è frutto di
lunghe riflessioni, di molteplici consultazioni e di preghiera.
Notizie e giudizi fatti senza sufficiente informazione hanno creato non
poca confusione. Ci sono reazioni molto divergenti tra loro che vanno da
un'accettazione gioiosa ad un'opposizione dura, per un progetto il cui conte-
nuto in realtà non era conosciuto.
A questo documento si opponevano più direttamente due timori, che
vorrei affrontare un po' più da vicino in questa lettera.
In primo luogo, c'è il timore che qui venga intaccata l'Autorità del Con-
cilio Vaticano II e che una delle sue decisioni essenziali - la riforma liturgica
- venga messa in dubbio. Tale timore è infondato. Al riguardo bisogna
innanzitutto dire che il Messale, pubblicato in duplice edizione da Paolo VI
e poi riedito una terza volta con l'approvazione di Giovanni Paolo II, ovvia-
mente è e rimane la forma normale - la forma ordinaria - della Liturgia
Eucaristica. L'ultima stesura del Missale Romanum, anteriore al Concilio, che
è stata pubblicata con l'autorità di Papa Giovanni XXIII nel 1962 e utiliz-
zata durante il Concilio, potrà, invece, essere usata come forma extraordinaria
della Celebrazione liturgica. Non è appropriato parlare di queste due stesure
del Messale Romano come se fossero « due Riti ». Si tratta, piuttosto, di un uso
duplice dell'unico e medesimo Rito. Quanto all'uso del Messale del 1962, come
forma extraordinaria della Liturgia della Messa, vorrei attirare l'attenzione
sul fatto che questo Messale non fu mai giuridicamente abrogato e, di conse-
guenza, in linea di principio, restò sempre permesso. Al momento dell'intro-
duzione del nuovo Messale, non è sembrato necessario di emanare norme
proprie per l'uso possibile del Messale anteriore. Probabilmente si è supposto
che si sarebbe trattato di pochi casi singoli che si sarebbero risolti, caso per
caso, sul posto. Dopo, però, si è presto dimostrato che non pochi rimanevano
fortemente legati a questo uso del Rito romano che, fin dall'infanzia, era per
loro diventato familiare. Ciò avvenne, innanzitutto, nei Paesi in cui il movi-