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riconosciamo la continua presenza del suo amore, che sempre di nuovo ci
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parole rivoltemi, e, con lui, tutti i sacerdoti e fedeli della diocesi di San
Marino-Montefeltro; saluto ciascuno di voi e vi esprimo la mia viva ricono-
scenza per la cordialità e l'affetto con cui mi avete accolto. Sono venuto per
condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di
questa Comunità diocesana. So che anche qui non mancano difficoltà, pro-
blemi e preoccupazioni. A tutti voglio assicurare la mia vicinanza ed il mio
ricordo nella preghiera, a cui unisco l'incoraggiamento a perseverare nella
testimonianza dei valori umani e cristiani, cosı̀ profondamente radicati nella
fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione, con la sua fede
granitica della quale ha parlato Sua Eccellenza.
Celebriamo oggi la festa della Santissima Trinità: Dio Padre e Figlio e
Spirito Santo, festa di Dio, del centro della nostra fede. Quando si pensa alla
Trinità, per lo più viene in mente l'aspetto del mistero: sono Tre e sono Uno,
un solo Dio in tre Persone. In realtà Dio non può essere altro che un mistero
per noi nella sua grandezza, e tuttavia Egli si è rivelato: possiamo conoscerlo
nel suo Figlio, e cosı̀ anche conoscere il Padre e lo Spirito Santo La liturgia di
oggi, invece, attira la nostra attenzione non tanto sul mistero, ma sulla realtà
di amore che è contenuta in questo primo e supremo mistero della nostra
fede. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uno, perché amore e l'amore è
la forza vivificante assoluta, l'unità creata dall'amore è più unità di un'unità
puramente fisica. Il Padre dà tutto al Figlio; il Figlio riceve tutto dal Padre
con riconoscenza; e lo Spirito Santo è come il frutto di questo amore reciproco
del Padre e del Figlio. I testi della Santa Messa di oggi parlano di Dio e perciò
parlano di amore; non si soffermano tanto sul mistero delle tre Persone, ma
sull'amore che ne costituisce la sostanza e l'unità e trinità nello stesso
momento.
Il primo brano che abbiamo ascoltato è tratto dal Libro dell'Esodo - su
di esso mi sono soffermato in una recente Catechesi del mercoledı̀ - ed è
sorprendente che la rivelazione dell'amore di Dio avvenga dopo un gravissi-
mo peccato del popolo. Si è appena concluso il patto di alleanza presso il
monte Sinai, e già il popolo manca di fedeltà. L'assenza di Mosè si prolunga e
il popolo dice: «Ma dov'è rimasto questo Mosè, dov'è il suo Dio? », e chiede ad
Aronne di fargli un dio che sia visibile, accessibile, manovrabile, alla portata
dell'uomo, invece di questo misterioso Dio invisibile, lontano. Aronne accon-
sente e prepara un vitello d'oro. Scendendo dal Sinai, Mosè vede ciò che è
accaduto e spezza le tavole dell'alleanza, che è già spezzata, rotta, due pietre
su cui erano scritte le «Dieci Parole », il contenuto concreto del patto con Dio.