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Nei mesi scorsi il vostro Dicastero ha realizzato un'indagine sulla vita-
lità delle giovani Chiese, per capire come rendere più efficace l'opera della
missio ad gentes, considerata anche l'ambiguità cui è esposta a volte oggi
l'esperienza di fede. Il mondo secolarizzato, infatti, anche quando è acco-
gliente verso i valori evangelici dell'amore, della giustizia, della pace e della
sobrietà, non mostra uguale disponibilità verso la persona di Gesù: non lo
ritiene né Messia, né Figlio di Dio. Al più lo considera un uomo illumina-
to. Separa, dunque, il messaggio dal Messaggero, il dono dal Donatore. In
questa situazione di scollamento, la missio ad gentes funge da motore e da
orizzonte della fede. È vitale che nel presente momento « la Chiesa esca ad
annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza
indugio, senza repulsioni e senza paura ».4 La missione, infatti, è una forza
capace di trasformare la Chiesa al proprio interno prima ancora che la vita
dei popoli e delle culture. Ogni parrocchia faccia proprio, dunque, lo stile
della missio ad gentes. In tal modo, lo Spirito Santo trasformerà i fedeli
abitudinari in discepoli, i discepoli disaffezionati in missionari, tirandoli
fuori dalle paure e dalle chiusure e proiettandoli in ogni direzione, sino ai
confini del mondo.5 L'approccio kerigmatico alla fede, così familiare tra le
giovani Chiese, abbia spazio pure tra quelle di antica tradizione.
Paolo e Barnaba non avevano il Dicastero missionario alle spalle. Eppure,
hanno annunciato la Parola, hanno dato vita a diverse comunità e versato
il sangue per il Vangelo. Con il tempo sono cresciute le complessità, e la
necessità di uno speciale raccordo tra le Chiese di recente fondazione e la
Chiesa universale. Per questo, quattro secoli fa, Papa Gregorio XV istituì la
Congregazione De Propaganda Fide, che dal 1967 assunse il nome di Con-
gregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. È evidente che in questa fase
della storia « non serve una semplice amministrazione [della realtà esistente].
Costituiamoci in tutte le regioni della terra in uno stato permanente di
missione »: 6 è un paradigma. San Giovanni Paolo II ne specificò la modalità,
affermando: « Ogni rinnovamento nella Chiesa deve avere la missione come
suo scopo per non cadere preda di una specie di introversione ecclesiale ».7
« Andare » è insito nel Battesimo, e i suoi confini sono quelli del mondo.
4 Esort. ap. Evangelii gaudium, 23. 5 Cfr At 1, 8. 6 Esort. ap. Evangelii gaudium, 25. 7 Esort. ap. post-sinod. Ecclesia in Oceania, 19.