2 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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38 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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68 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
70 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
72 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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82 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 83
84 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 85
86 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 87
88 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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divino abbiamo. La perdita dei legami che ci uniscono, tipica della nostra
cultura frammentata e divisa, fa sì che cresca questo senso di orfanezza e
perciò di grande vuoto e solitudine. La mancanza di contatto fisico (e non
virtuale) va cauterizzando i nostri cuori4 facendo perdere ad essi la capacità
della tenerezza e dello stupore, della pietà e della compassione. L'orfanezza
spirituale ci fa perdere la memoria di quello che significa essere figli, essere
nipoti, essere genitori, essere nonni, essere amici, essere credenti. Ci fa perdere
la memoria del valore del gioco, del canto, del riso, del riposo, della gratuità.
Celebrare la festa della Santa Madre di Dio ci fa spuntare di nuovo sul viso
il sorriso di sentirci popolo, di sentire che ci apparteniamo; di sapere che sol-
tanto dentro una comunità, una famiglia le persone possono trovare il "clima",
il "calore" che permette di imparare a crescere umanamente e non come meri
oggetti invitati a "consumare ed essere consumati".
Celebrare la festa della Santa Madre di Dio ci ricorda che non siamo merce
di scambio o terminali recettori di informazione. Siamo figli, siamo famiglia,
siamo popolo di Dio.
Celebrare la Santa Madre di Dio ci spinge a creare e curare spazi co-
muni che ci diano senso di appartenenza, di radicamento, di farci sentire
a casa dentro le nostre città, in comunità che ci uniscano e ci sostengano.5
Gesù Cristo, nel momento del più grande dono della sua vita, sulla
croce, non ha voluto tenere niente per sé e consegnando la sua vita ci ha
consegnato anche sua Madre. Disse a Maria: ecco il tuo figlio, ecco i tuoi
figli. E noi vogliamo accoglierla nelle nostre case, nelle nostre famiglie,
nelle nostre comunità, nei nostri paesi. Vogliamo incontrare il suo sguardo
materno. Quello sguardo che ci libera dall'orfanezza; quello sguardo che
ci ricorda che siamo fratelli: che io ti appartengo, che tu mi appartieni,
che siamo della stessa carne. Quello sguardo che ci insegna che dobbiamo
imparare a prenderci cura della vita nello stesso modo e con la stessa
tenerezza con cui lei se n'è presa cura: seminando speranza, seminando
appartenenza, seminando fraternità.
Celebrare la Santa Madre di Dio ci ricorda che abbiamo la Madre; non
siamo orfani, abbiamo una madre. Professiamo insieme questa verità! E vi
invito ad acclamarla in piedi [ tutti si alzano] tre volte come fecero i fedeli
di Efeso: Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio!
4 Cfr Lett. enc. Laudato si', 49. 5 Cfr ibid., 151.